Velodromo di Spresiano, il costruttore va al concordato

SPRESIANO. Venti di crisi sul velodromo di Spresiano: la Pessina Costruzioni, il colosso milanese che ha vinto il bando per la costruzione e gestione dell’impianto, ha presentato al Tribunale di Milano richiesta di ammissione al concordato preventivo in continuità aziendale.
la bomba. Preoccupatissima la Federazione, che quel bando l’aveva emesso: «Sono in ballo fondi pubblici (27 milioni di euro, ndr), abbiamo scritto mercoledì alla presidenza del consiglio: “Ci date indicazioni su come comportarci?”», rimarca il Rup Cristina Gabriotti. Nel frattempo, il cantiere - «Se non sono fermi, vanno pianissimo», riferisce la Federciclo - ha accumulato sette mesi di ritardo - una ditta in subappalto ha anche ritirato i mezzi - rendendo improbabile l’inaugurazione a pochi mesi dall’Olimpiade 2020.
E l’auspicio del presidente del Coni, Giovanni Malagò, che in settembre alla posa della prima pietra aveva annunciato «la presentazione delle Nazionali di ciclismo nel nuovo velodromo prima di Tokyo», suona oggi quanto mai sinistro. Inevitabile temere ulteriori contraccolpi sulla tempistica e sulla stessa fattibilità (benché il concordato garantirebbe la prosecuzione delle opere) del primo tondino coperto in Italia per grandi eventi. Specie se la mente corre a ciò che significa “velodromo” per la Marca: un’attesa lunga oltre 30 anni, pietre posate senza domani, infinite traversie burocratiche.
Le criticità della Pessina sono state un fulmine a ciel sereno per la stessa Federciclo, che dovrebbe gestirlo 150 giorni all’anno e ha visto precipitare la situazione in poco tempo: in virtù del pesante ritardo (nella visita al cantiere per la stampa d’inizio aprile, si riferiva di un gap “fisiologico” di due mesi e di una probabile apertura per la primavera 2020), il segretario generale Gabriotti aveva fatto pervenire a Pessina un sollecito (o meglio, un ultimatum) due settimane fa, affinché spiegasse le ragioni dello stallo e s’attivasse per recuperare il tempo perduto: il contratto prevede infatti 18 mesi per la realizzazione dell’opera. Risposte però non sono arrivate, ma è stata la riunione di martedì, in Comune a Spresiano, a far scoppiare il bubbone: c’erano tutti i soggetti coinvolti nell’operazione, Federazione compresa, ma mancavano i rappresentanti di Pessina.
la lettera. Un’assenza che ha subito insospettito il Rup Gabriotti, che in tempi brevi ha dato comunicazione della grave criticità alla presidenza del consiglio (una patata bollente per Giancarlo Giorgetti, sottosegretario con delega allo sport). Nel mentre, è arrivata la notizia della richiesta di concordato in bianco presentato da parte di Pessina, colosso che ha un portafoglio ordini da 890 milioni, il 96% dei quali in Italia (fonte Sole 24Ore).
La società, già impegnata nell’editoria con L’Unità, ha spiegato in una nota che «l’accesso al concordato rappresenta il percorso più efficace nell’ottica di tutelare i portatori di interesse nella continuità dell’operatività dell’azienda». In caso di via libera, oggi potrebbe arrivare la nomina del commissario, poi nei successivi 120 giorni dovrebbe essere predisposto un piano di rientro per far fronte alle richieste dei creditori. Quanto alle origini della crisi, pare sia stato decisivo lo stallo nel cantiere dell’ospedale della Spezia.
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