Vedelago, salvi ma i fossati non tengono

Il vicesindaco Perin: «Segnalateci tutti i problemi, servono interventi urgenti sulla rete dei canali»
DeMarchi Vedelago strada allagata
DeMarchi Vedelago strada allagata

VEDELAGO. La conta dei danni è fortunatamente meno pesante del previsto, almeno da quanto risulta dalle ricognizioni e dalle segnalazioni ricevute finora in municipio.

Ad Albaredo e Casacorba, le due frazioni più colpite dal fortunale di lunedì pomeriggio, al momento si registrano solo due abitazioni che sono state invase dall’acqua in maniera seria al piano terra. Molti di più invece gli scantinati.

«Invitiamo i cittadini a segnalare eventuali conseguenze degli allagamenti», dice il vicesindaco Marco Perin, «per avere un quadro esatto della situazione».

Vedelago normalmente non è soggetta ad allagamenti, l’area potenzialmente più sensibile è quella bassa, appunto Albaredo e Casacorba. Per questo la paura è stata tanta, quando nel tardo pomeriggio il cielo si è fatto scuro e la pioggia ha cominciato a scrosciare per oltre un’ora.

In breve tempo i fossati sugli argini si sono riempiti, i tombini non sono riusciti a smaltire l’acqua che tracimava. Tante le richieste d’aiuto arrivate all’ufficio del sindaco Cristina Andretta, da via Corriva, via Damini, via Cornetta.

Un autentico nubifragio che ha reso necessario l’immediato avvio delle operazioni da parte della protezione civile, anche in riferimento ad alberi caduti: uno, in via Brenta, è finito sulla linea elettrica, lasciando al buio quaranta famiglie fino alle ventidue. Altri si sono spezzati finendo sulle strade già allagate, complicando maggiormente la situazione.

Via Santa Brigida a Casacorba, ad esempio, era ridotta ad un lago, a malapena percorribile con l’auto senza correre il forte rischio di rimanere in mezzo all’acqua se il motore si fosse fermato. O di finire fuori strada, essendo impossibile capire dove finiva la carreggiata. Ieri un altro sopralluogo da parte dei tecnici del Consorzio di Bonifica Piave, dopo quello avvenuto lunedì. «Abbiamo appurato», continua Perin, «che il problema principale ha riguardato l’incapacità dei fossati di far defluire la grande quantità d’acqua scesa in così poco tempo. Saranno necessari interventi per evitare che una situazione come questa possa ripetersi, anche se si è trattato di un fenomeno eccezionale e assolutamente non prevedibile». (d.n.)

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