Vedelago, dà fuoco alla casa dell'ex: resta in carcere

Arrestato per incendio doloso, atti persecutori e minacce, il giudice ha deciso di trattenerlo in carcere per il rischio di recidiva: aveva tagliato anche tutte e quattro le gomme dell’auto della madre della ex compagna

Marco Filippi
La casa incendiata a Vedelago
La casa incendiata a Vedelago

Rimane in carcere l’uomo che, sabato pomeriggio, ha dato fuoco alla porta d’ingresso dell’abitazione della sua ex convivente a Vedelago.

Per il giudice delle indagini preliminari Carlo Isidoro Colombo, P.C., 58 anni di Cittadella (difeso dall’avvocato Federico Vianelli), potrebbe nuovamente avvicinarsi alla sua ex compagna e mettere in atto altri atteggiamenti aggressivi come quello di sabato. In altre parole, per il giudice il rischio che reiteri il reato è elevato e a poco servirebbe metterlo ai domiciliari. Da qui la decisione di tenerlo rinchiuso in una cella di Santa Bona.

L’udienza s’è tenuta ieri mattina in carcere. P.C. ha risposto a tutte le domande del giudice Colombo, che ha convalidato l’arresto disposto dal sostituto procuratore Michele Permunian. L’uomo aveva conosciuto la sua compagna in ambito lavorativo e nel giugno del 2023 era stato ospitato nell’abitazione di lei a Vedelago. Una relazione tormentata, durata un anno, per la quale c’è già in atto un’inchiesta per maltrattamenti.

Nel dicembre del 2024 l’uomo aveva iniziato a tempestare l’ex con decine di telefonate, spinto da un mix di gelosia e abuso di alcolici. Nonostante la donna lo respingesse, P.C. arrivò al punto di andare da lei scavalcando la recinzione per sincerarsi se era a casa o altrove. Non solo. Un giorno, addirittura, tagliò le quattro gomme dell’auto della mamma della sua compagna. Un’escalation di episodi che hanno portato all’incursione di sabato scorso.

P.C. da tempo covava risentimento nei confronti della sua ex proprio perché l’aveva denunciato e aveva troncato la loro relazione. E non aveva mai nascosto le sue intenzioni di vendicarsi tanto che il giorno prima di passare incendiarle la porta di casa, aveva inviato un messaggio vocale alla donna con il quale manifestava l’intenzione di bruciarle casa: «Ho preparato una bomba, ti faccio saltare casa», sono più o meno le parole usate dall’uomo nel messaggio vocale.

E il giorno dopo, stando alla ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Castelfranco, l’uomo s’è incamminato verso la casa della sua ex, armato di una tanica vuota. In un distributore di benzina del paese ha speso 20 euro per riempire la tanica di benzina e poi ha raggiunto l’abitazione della donna, che in quel momento era fuori casa con il compagno perché era andata a fare visita alla madre. Ha svuotato il contenuto della tanica davanti alla porta e poi ha innescato il rogo con un fiammifero.

Quindi è scappato sbarazzandosi della tanica di plastica, ritrovata poi in un campo della zona. Sono stati i vicini di casa ad avvertire la donna e il suo compagno dell’incendio, che è stato poi spento dai vigili del fuoco. I carabinieri non hanno fatto fatica a rintracciarlo e ad arrestarlo per incendio doloso.

Ora l’inchiesta del sostituto procuratore Michele Permunian continua a spron battuto. P.C. è formalmente indagato per incendio doloso, atti persecutori e minacce. Le ammissioni fatte ieri in sede di interrogatorio corroborano l’impianto accusatorio della procura.

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