Vaccini, così si allunga la vita al gatto di casa

Pallino è un micetto tigrato di due mesi appena arrivato in casa, per crescere insieme ai due bambini della famiglia che lo ha adottato.E' vivace, gioca, salta, si nasconde dietro alle tende per tendere gli agguati a tutti quelli che gli passano vicino, attaccando caviglie e pantofole come fossero terribili nemici da eliminare. Uno spasso per tutti; soprattutto tanta gioia e buonumore in famiglia, come solo un gattino riesce a suscitare. Eppure un giorno Pallino non ha voglia di giocare, geme mestamente, fa la pipì e defeca dappertutto, anziché nella lettiera come è abituato, vomita tutto il cibo che ha mangiato. E' decisiva una tempestiva corsa dal veterinario, che diagnostica immediatamente una gastroenterite felina, malattia virale molto diffusa tra i gattini, e che nella maggior parte dei casi è letale e può portare ad una rapida morte.
A Pallino viene subito somministrato un antibiotico con iniezione intramuscolo per prevenire il peggio. Così il piccolo inizia un po' alla volta a stare meglio. Perché i micetti, come tutti gli animali che vivono in famiglia, devono essere non solo vaccinati, ma seguire una profilassi programmata nel tempo. Quando un gattino viene adottato in famiglia, bisogna immediatamente sottoporlo ad una visita veterinaria. Dopo l’accertamento dello stato di salute, lo specialista provvederà a somministrargli una prima vaccinazione, necessaria quando il “neonato” ha nove settimane d’età, per stimolare le difese immunitarie nell'organismo, che facciano barriera contro certe patologie, putroppo molto diffuse e aggressive. Le più comuni, che possono colpire un gatto in tenera età, sono le enteriti virali, come quella che ha contratto Pallino, oppure forme respiratorie virali del tipo Herpes-virus o Calici- virus, i cui sintomi sono caratterizzati da tosse, starnuti, inappetenza, lacrimazione, muco dal naso, ulcera alla lingua e febbre. Da tenere presente che la temperatura media nel gatto è di 38 gradi e non 36, come nell'essere umano. Altra malattia pericolosa che si può manifestare è la FELV, leucemia virale: si trasmette di solito dalla saliva di un gatto infetto e provoca un graduale calo della difesa immunitaria nel gatto, il quale può essere attaccato da ogni malattia che gli può essere fatale. Se il micetto è stato allattato da mamma gatta, durante i primi due mesi di vita, riesce ad assimilare gli anticorpi necessari proprio grazie al latte materno. Ma non basta. Una seconda vaccinazione, il richiamo, andrà eseguita tra le 12 e le 16 settimane di vita. Un’altro vaccino va, comunque, programmato una volta all'anno e, se fosse necessario, si deve anche ricorrere all'antirabbica, soprattutto nelle province interessate, come è quella di Treviso. I richiami del vaccino devono essere fatti periodicamente, nel corso dell’esistenza di Micio, certificati con la data nel libretto sanitario personale, che il veterinario provvederà ad aggiornare di volta in volta. Questo documento sanitario sarà il passaporto che lo accompagnerà in caso di soggiorno in una pensione per gatti, o se il “peloso” dovrà espatriare all'estero per seguire la famiglia.
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