Va a funghi in Austria: muore nel bosco

Eugenio Grossa, 83 anni, era in viaggio assieme a due giovani amici
Eugenio Grossa, di San Pietro e i boschi attorno a Lainacher Kuhalm, in Carinzia, dove è avvenuta la tragedia
Eugenio Grossa, di San Pietro e i boschi attorno a Lainacher Kuhalm, in Carinzia, dove è avvenuta la tragedia
 SAN PIETRO DI FELETTO.
Colpito da un infarto mentre va a funghi in Austria con due giovani amici. Si è spezzata così, venerdì mattina, la vita di Eugenio Grossa, 83 anni, conosciuto come Angelo. Aveva gestito con la moglie il ristorante da Ottavia a Santa Maria.
 Doveva essere una giornata allegra, in compagnia a quei due giovani amici che aveva convinto a recarsi con lui a raccogliere funghi, ma il cuore di Eugenio Grossa ha smesso di battere proprio tra i boschi del posto che tanto amava: l'Austria. Lì si era recato poco tempo fa per trascorre una vacanza con la moglie Ottavia e proprio lì, a Lainacher Kuhalm, località in comune di Rangersdorf, in Carinzia, venerdì si è spezzata la sua vita. I due amici si erano addentrati nel bosco alla ricerca di funghi, mentre lui era rimasto ad aspettare poco più in là. I due si sono allontanati per un tempo limitato e quando si sono girati lui era già accasciato a terra. Vano ogni tentativo di rianimarlo. Forte lo shock per i due giovani che lo aiutavano anche a fare qualche piccolo lavoro in giardino. Eugenio, che a ottobre avrebbe compiuto 84 anni, da giovane aveva fatto il panettiere, poi con la moglie Ottavia Pradal aveva gestito prima un bar in centro a Santa Maria e poi il ristorante che portava il nome della moglie in via Montebianco, dove viveva e dove vive anche la figlia Loredana. Ora che era andato in pensione, aveva tra le sue passioni anche quella di raccogliere funghi e l'Austria dove si recava di tanto in tanto. La sua improvvisa scomparsa lascia un forte vuoto in famiglia. Grande il dolore per la moglie e le figlie Eugenia e Loredana, per i nipoti Alberto, Anna, Matteo e Nicola, per i generi Angelo e Vigilio e per Irene, la moglie di Matteo. «Era una persona vivace - racconta la nipote Anna - era molto conosciuto anche per il suo carattere socievole, era di compagnia, molto generoso». Eugenio, che era stato anche alpino, era molto stimato in paese. Tutta la comunità si stringe ora accanto alla sua famiglia. «Era molto conosciuto e stimato per aver gestito il bar e poi il ristorante - racconta l'assessore Alvise Carnieli - era una persona cordiale, con cui si passavano volentieri ore in compagnia». La salma rientrerà in Italia mercoledì, giorno in cui potrebbero essere fissati i funerali.

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