Un’unica caldaia per tutti i cittadini col teleriscaldamento

CONEGLIANO. Esito positivo per lo studio di fattibilità realizzato da un’azienda piemontese per la realizzazione di un sistema di teleriscaldamento in città, ovvero per la creazione di un’unica centrale alimentata a gas che trasporti l’acqua già riscaldata agli impianti delle abitazioni allacciate. Dopo le verifiche tecniche attuate nei mesi scorsi la ditta ha annunciato al Comune di essere pronta a installare a Conegliano un impianto con un piano di investimenti che si aggira tra i 18 e i 20 milioni di euro. Ora toccherà al municipio dare il via libera. Semplificando, si tratta di una unica grande caldaia che andrà a sostituire quelle degli edifici collegati, simile a quella già esistente da anni a Torino. Tecnicamente è un impianto di cogenerazione capace di produrre energia elettrica da mettere in rete e acqua che viaggia a 90 gradi lungo una tubatura di 15 km. L’impianto in realtà ha due condutture, entrambe di 15 km, una calda in uscita e una fredda in entrata. Le utenze raggiunte (si pensa al momento a edifici di almeno 4-5 unità abitative) potranno usare l’acqua sia per il riscaldamento sia per l’uso domestico. L’assessore all’ecologia Claudio Toppan pone però almeno due punti fermi sull’eventuale realizzabilità: «È chiaro che tale proposta può essere interessante», dice Toppan, «ma va minuziosamente verificata da parte di uno staff di tecnici del settore, al fine di accertare l’effettiva convenienza economica per gli utenti e per l’amministrazione stessa e soprattutto che sia palese e dimostrabile la diminuzione delle emissioni». Sull’aspetto ambientale l’assessore non transige. I vantaggi offerti al Comune comunque ci sarebbero: come la disponibilità dell’azienda a riasfaltare i 15 km interessati dagli interventi, che verrebbero realizzati a brevi tratti per ridurre i disagi, e un ulteriore sconto nell’utilizzo del sistema per gli edifici pubblici. La ditta avrebbe annunciato di volersi appoggiare a realtà aziendali locali per i cantieri. «Siamo consci dell’opportunità», dice Toppan, «ma non ci siamo presi nessun impegno: servono verifiche».
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