Un’ostetrica trevigiana per le mamme del Sudan

Garantire un parto sicuro e gratuito alle mamme del Sud Sudan. Con questo obiettivo e con tanta determinazione nel volersi mettere alla prova con mondi e culture differenti, Aurora Campigotto, 22 anni, ostetrica trevigiana di San Biagio è appena arrivata in Africa. Destinazione l'ospedale di Yirol, nella regione sudanese dei Laghi. Un viaggio che sta facendo come volontaria affiancando il Cuamm-Medici con l'Africa, la più grande ong per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. «Per me questo è un sogno che si realizza» sono le prime parole con cui descrive questa esperienza iniziata una settimana fa.
Non certo una passeggiata per una giovane donna come lei, che ha scelto di operare in un Paese bistrattato dalle guerre civili, dall'instabilità politica e da una grande povertà. Alle 22 scatta il coprifuoco e durante il giorno, Aurora si trasferisce direttamente dal compound (l’accampamento recintato dove alloggia con gli altri medici) all’ospedale di Yirol. Prende servizio alle 8 del mattino e fino al tardo pomeriggio assiste le partorienti. «Sto nell'area “Maternity” non è un vero e proprio reparto, ci sono due grandi stanzoni, uno per la degenza e l'altro adibito a sala parto» spiega «per il resto le pazienti soggiornano nei corridoi e nel cortile dell'ospedale. La maggior parte di loro sono ragazze giovanissime, ma è impossibile sapere l'età visto che nessuno la registra o ne tiene conto».
Un contesto che nulla ha a che vedere con l’alta specializzazione della sanità occidentale. «Qui in Africa sto mettendo in pratica quanto ho studiato sui libri dell'università» continua Aurora «devo lavorare soprattutto con gli occhi e con le mani, non ci sono macchinari che registrano il battito fetale durante il travaglio e non ci sono altre apparecchiature. Devo osservare molto e guadagnarmi la fiducia della mamma che ho di fronte. Serve delicatezza e serve l'ascolto». Quando le si chiede perché proprio l'Africa, la risposta sorprende. «Un giorno in libreria sono stata colpita dal libro di Paolo Rumiz (“Il bene ostinato”) che racconta di un viaggio con il Cuamm. L'ho scelto perché mi piaceva la copertina. Mi ha conquistata». Una folgorazione che ha portato l'ostetrica di San Biagio prima in Tanzania, nel 2012 per preparare la tesi di laurea e ora nel Sud Sudan. Riabbraccerà la famiglia a settembre. Una bella storia, proprio in occasione della Giornata internazionale delle ostetriche.
Valentina Calzavara
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