Una strada romana emerge dagli scavi di via Don Monza

ODERZO. Una strada di epoca romana sta emergendo a Oderzo nella zona della cantina sociale. Gli scavi archeologici, iniziati in luglio, si estendono per quasi 50 metri in via don Luigi Monza, dove è aperto un cantiere edilizio per il recupero di una vecchia casa. Gli opitergini sempre attentissimi agli scavi archeologici che si aprono in città, hanno visto il graduale riemergere del basolato di quella che potrebbe essere un'antica strada romana. Gli scavi sono ricoperti da teli scuri, ma proprio le pietre usate per tenere fermi i teli testimoniano che li sotto si sono trovati reperti romani. Infatti ai bordi dello scavo sono state allineate tegole romane in laterizio che servivano per proteggere le tombe ad incinerazione, come copertura delle case, ma anche per definire i condotti fognari sotterranei. Oderzo in epoca romana era una città razionale, con la rete delle fognature ben strutturata e, come si vede nei tratti scoperti , ancora perfettamente funzionante. Quella che sta emergendo potrebbe essere una strada romana già in parte individuata negli scavi archeologici del 1989 nella zona della cantina sociale, dove è stato trovato anche un pozzo di epoca romana. Una strada che costituisce un enigma perché non è allineata rispetto alle strade romane scoperte in centro città. Un mancato allineamento, che per i romani era invece molto importante, dovuto con probabilità alla conformazione di quella zona. Lì infatti si trova la parte più elevata del dosso sul quale era stata costruita sia la città venetica che la successiva città romana di Opitergium. Vicino alla strada che ora sta venendo alla luce, nel 1989 sono stati trovati tre pavimenti di epoca romana, tracce di case romane con il sistema di riscaldamento, il pozzo che si vede nella cantina, e un tratto di una strada di circa 50 metri. L'analisi degli scavi effettuati in questa zona oltre 25 anni fa, era stata fatta da Margherita Tirelli. Oggi si annunciano nuove scoperte dal passato. (g.p.)
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso