Una festa in disco per i diciotto anni di Luca

La mamma: «L’ho visto suonare, era bravo e appassionato». Oggi l’inaugurazione del Planck
Di Rubina Bon

SAN BIAGIO. L'agognato traguardo dei diciotto anni sarebbe arrivato tra una manciata di giorni, il 7 dicembre. Luca Sponchiado se ne è andato l'11 novembre, in una mattinata avvolta nella nebbia. Travolto dal treno alla stazione di Olmi, mentre andava a scuola. Sognava di festeggiare la maggiore età al "Supersonic", la discoteca di San Biagio dove lavorava come deejay e pr, aveva individuato la data: sabato 5 dicembre. «Ne aveva già parlato con i suoi responsabili», racconta la mamma di Luca, Nicla Maffi. Poi il destino se l'è portato via. Il locale sta valutando di dedicare quella serata proprio a Luca. Nicla ha dato carta bianca ai ragazzi «purché non ci siano speculazioni su mio figlio per vendere ingressi», spiega. «Stiamo vedendo cosa fare, in accordo con la famiglia», chiarisce Cristian Venerandi, gestore del Supersonic. Tra le idee al vaglio, lo spegnimento della musica o delle luci del palco con la consolle per un minuto di silenzio in memoria del giovane.

«La musica era la sua passione. Quando ha iniziato a lavorare per la discoteca, all'inizio non ero molto d'accordo. Se ne sentono tante sul mondo della notte, invece vivendolo attraverso Luca ho capito che non ci sono solo ragazzi che bevono e fumano, anzi», ricorda mamma Nicla che a poco più di una settimana dalla tragedia apre il suo cuore per raccontare di Luca, «Quante notti insonni ad aspettarlo che tornasse. Durante la settimana trascorreva le serate tra computer e consolle per assemblare le musiche. L'ho visto suonare alle feste private, era bravo». Tutto in casa parla di Luca. Mamma Nicla si fa forza, anzitutto per l'altra figlia, Aurora, 15 anni.

Da mercoledì scorso, la famiglia ha vissuto un abbraccio corale e collettivo. «Ci sono arrivati messaggi di cordoglio persino da deejay e gruppi anche stranieri che si erano esibiti al Super solo una sera. Sapevo che Luca era buono, ogni mamma lo dice del proprio figlio. Non credevo fosse così tanto amato», racconta Nicla che vuole ringraziare alcune persone speciali che in questi giorni duri le sono state accanto: «Il Comune di San Biagio, il Planck che frequentava Luca, il Turazza dove va Aurora e l'Istituto comprensivo di San Biagio, frequentato da mio figlio alle elementari e alle medie. Le onoranze funebri De Nadai, le mie amiche più care, Cristian Venerandi e lo staff del Supersonic, i ragazzi della Blackout Crew e in particolare Marsel e Diego, la casa di riposo di Silea, il Comune di Silea e la coop Insieme si può per cui lavoro, il parroco di Spercenigo don Paolo Furlan».

Quando la conversazione cade sulla mattina dell'11 novembre, la voce le cambia: «Era destino. Ho saputo che ci sono altri ragazzi che stanno seduti sul bordo della pensilina alla mattina per aspettare il treno perché non ci sono panchine. Si siedono dopo che è passato il convoglio per Portogruaro e aspettano quello per Treviso, che doveva prendere anche Luca. Quando vedono i fanali, si spostano», racconta la madre di Luca, «Nessuno sapeva che quella mattina sarebbe passato il locomotore. Se ci fosse stata una telecamera o un altoparlante che avesse annunciato il treno in transito, forse Luca sarebbe ancora qua. Ma sono discorsi, questi, che tanto non mi restituiranno mio figlio. Non voglio polemiche. Vorrei che tutti lo ricordassero per ciò che ha seminato. Agli amici dico: se avete una passione, seguitela. Rispettate le regole e amate il prossimo come ha fatto Luca».

Intanto oggi alle 11.30 all'Itis Planck è in programma l'inaugurazione dell'ampliamento dell'istituto. La cerimonia, inizialmente prevista per venerdì scorso, era stata rinviata per la tragedia che ha travolto anche il microcosmo della scuola superiore di Lancenigo.

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