Un tunnel per alleggerire il lago di S. Croce

La Regione punta a un canale sotto il Visentin che riporti acqua al Piave in caso di piene. Obiettivo: salvare Fadalto e Vittoriese
Borin Nove centrale Enel convegno museo per un giorno Borin Nove centrale Enel museo per un giorno
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VITTORIO VENETO

Il lago di Santa Croce, sopra il Fadalto, 120 milioni di metri cubi, come grande bacino di laminazione? Se ne parla in Alpago, perché quando le precipitazioni sono abbondanti va sott’acqua la zona industriale di Paludi. L’assessore regionale Giampaolo Bottacin proporrà domani all’Enel una grande galleria scolmatrice sotto il Visentin, fino al Piave. Far uscire più acqua sul versante della Val Lapisina è tecnicamente impraticabile, per le dimensioni contenute della condotta tra Santa Croce e il lago Morto. Ma anche perché quest’ultimo bacino non può – a sua volta – riempire all’inverosimile il fiume Meschio, l’unico suo emissario, che già oggi rischia di esondare ad ogni bomba d’acqua.

«La sicurezza del lago di Santa Croce, che sta sulla nostra testa, è un tema che ci riguarda direttamente», ammette l’assessore Bruno Fasan, che abita in Fadalto. «Mi auguro che Bottacin trovi il modo anche di farlo dragare, pulire, in modo che il bacino trattenga più acqua ancora».

E per la sicurezza? In Val Lapisina c’è chi, come il Comitato Fadalto, raccomanda la più rigorosa vigilanza sulle gallerie che travasano l’acqua da un lago all’altro. Alla prima galleria, nelle viscere della sella di Fadalto (2,5 km, una potenza efficiente di 210 megawatt), fanno seguito altre due, tra il lago Morto e il lago Restello. L’acqua alimenta le centrali di Fadalto, Nove e San Floriano, con scarico nel lago del Restello e in quello di Negrisiola, oltre che nel lago Morto. L’acqua, nuovamente incanalata, viene condotta verso le centrali di Castelletto e di Caneva. Il ciclo termina con la restituzione delle acque in parte al fiume Piave (nei pressi di Colfosco), ed in parte al fiume Livenza (nei pressi di Francenigo). Complessivamente la potenza efficiente totale degli impianti idroelettrici del sistema Piave-Santa Croce è pari a 338,4 megawatt con una produzione media annua totale pari a 1029,1 gigawatt/ora.

«La nostra proposta nasce dall’esigenza di mantenere in sicurezza questo territorio», afferma l’assessore Bottacin. «L’impegno che ci siamo dati è di consolidare il fiume Meschio, da Vittorio Veneto fino a Cordignano, investendo un milione di euro, su progetto del Genio Civile. Con i cambiamenti climatici in corso, ogni pioggia può diventare una sorpresa e le popolazioni rivierasche non possono vivere questi eventi trattenendo il respiro». I lavori sul meschio sono già iniziati. «Ringraziando la Regione per la disponibilità, abbiamo osato chiedere un’ulteriore milionata», sorride Fasan, «per rimettere in sicurezza anche la rete fluviale accessoria. Non si dimentichi che Vittorio Veneto garantisce un’acqua purissima a gran parte del Veneto orientale. E che per farlo va incontro a costi pesanti nella tutela del territorio». —



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