Un sms alla moglie prima di suicidarsi

Un ultimo messaggio alla moglie, inviato dal suo telefonino, il suo addio prima di togliersi la vita. Mirko Martin, 44 anni, poi si è chiuso nel bagno della caserma di via Cornarotta e ha rivolto la pistola al cuore. Oltre all’sms Mirko avrebbe lasciato anche una lettera per spiegare le ragioni del gesto.
Sono ore di dolore per la famiglia del carabiniere che venerdì pomeriggio si è tolto la vita, mentre si trovava in caserma, in servizio. Amici e colleghi non si danno pace.
Il comandante provinciale dei carabinieri, Ruggiero Capodivento ha voluto ricordare il collega che non c’è più durante la cerimonia di commemorazione della Virgo Fidelis a Conegliano. «Un riverente pensiero ed un abbraccio di riconoscenza ai familiari dei nostri caduti ed oggi in particolare alla moglie e ai genitori del nostro collega che ci ha lasciato prematuramente ieri. Un momento difficile anche per il nostro comando ma sicuramente avremmo la forza e sapremmo superare questo lutto». La tragedia venerdì pomeriggio attorno alle 16. Un incubo che la famiglia Martin è tornata a vivere: nel luglio del 2002 l’altro fratello Michele, si era tolto la vita. Era nelle forze dell’ordine anche lui, Squadra Mobile, sezione antidroga. Anche lui si è suicidato, nella sua auto, sparandosi un colpo al cuore.
Mirko Martin ieri pomeriggio, poco prima di togliersi la vita, parlava normalmente con i suoi colleghi. Nessuno aveva avvertito quella fragilità interiore che si è trasformata in dramma. Mirko si è chiuso in bagno, ha afferrato la sua pistola di ordinanza con entrambe le mani. Ha sparato due colpi, diretti al cuore, il secondo mortale. Era maresciallo del nucleo informativo, venerdì era al comando di via Cornarotta come tutti i giorni. Una pausa, quattro chiacchiere con i colleghi. Poi il dramma, atroce e inaspettato. Viveva a Vascon di Carbonera, con la moglie e le due figlie piccole. Sono stati i colleghi a dare loro la straziante notizia.
La Procura ha già dato il nulla osta, si attende ora la fissazione dei funerali. Il corpo di Martin è stato portato via dalle onoranze funebri poche ore dopo la tragedia. La dinamica, nella sua tragicità, è chiara: non è stata aperta alcuna indagine da parte della Procura.
Nessun segno premonitore, ancora più difficile per i genitori Paolo- che per anni si è occupato della manutenzione del manto erboso dello stadio Tenni- Maria e il fratello Gianluca, accettare l’ennesima ferita famigliare.
Il fratello Michele si era tolto la vita a 42 anni. Il suo corpo era stato rinvenuto senza vita, ancora al volante della sua Seat Ibiza, sulle grave del Piave a Cimadolmo. Vicino la sua Beretta a cui mancava un colpo. Era entrato nella Squadra Mobile otto anni prima, faceva il poliziotto da una vita. Persone vicine alla famiglia parlano di una tragedia che Mirko aveva sempre faticato ad accettare. Ora per lui un destino simile, se non addirittura uguale a quello del fratello. Entrambi avevano scelto la carriera militare. Entrambi hanno deciso di togliersi la vita prematuramente.
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