Un rogo devastò la ditta Scudeler L’imprenditore finisce a processo

Motta di Livenza, il titolare è accusato di incendio colposo: “I sistemi di sicurezza non erano adeguati” Per la difesa potrebbe essere stato un attentato: le fiamme forse sono state appiccate da qualcuno
Di Fabio Poloni
De Wolaski Motta di LIvenza incendio dtta Loris il falegname via piemonte
De Wolaski Motta di LIvenza incendio dtta Loris il falegname via piemonte

MOTTA DI LIVENZA. Il suo capannone per la produzione di maschere di legno è stato distrutto dalle fiamme. Oltre a vedere andare in fumo anni di lavoro e a contare centinaia di migliaia di euro di danni, ora Loris Scudeler deve pure fare i conti con la giustizia: la Procura della Repubblica di Treviso gli contesta il reato di incendio colposo, e il giudice per l’udienza preliminare ieri lo ha rinviato a giudizio. Il processo inizierà il prossimo 2 aprile. Secondo l’accusa, Scudeler ha effettuato lavori di saldatura pericolosi, in presenza di materiali altamente infiammabili, senza «predisporre protezioni idonee». Il rogo danneggiò anche l’attività della ditta vicina di capannone, la Tpa Srl: fu proprio la titolare di quest’ultima, Mara Trevisan, a presentare querela.

«Trent'anni di lavoro sono andati in fumo». Erano state lacrime di disperazione quelle sul volto di Loris Scudeler, 45 anni, artigiano di Motta di Livenza, di fronte agli effetti del disastroso incendio che gli ha distrutto l’attività imprenditoriale. Era il 9 agosto dello scorso anno. L’allarme lo aveva dato proprio il titolare delle ditte “Loris il falegname” e “Maschere di Loris” che condividevano il piccolo capannone di circa 600 metri quadrati in via Piemonte, in piena zona industriale sud di Motta di Livenza.

Dopo una lunga serata di lavoro, verso l’una di notte Scudeler (che abita a fianco del suo stabilimento) aveva chiuso il portone per andare a casa a dormire. Dopo pochi mintui, però, ha sentito un acre odore di bruciato: proveniva dal suo capannone. A nulla è valso il suo disperato tentativo di intervenire con l’estintore: le fiamme hanno distrutto il piccolo stabilimento, estendendosi anche al confinante capannone della Tpa srl. Sul posto sono intervenuti in forze i vigili del fuoco. Sul posto anche l’Arpav per verificare l’inquinamento. Nel capannone era infatti presenti colle viniliche, liquidi diluenti, vernici e quasi tre tonnellate e mezza di panni di cotone.

L’incendio, secondo la Procura, è divampato per colpa di Scudeler, che non ha fatto abbastanza per evitarlo. Difeso dall’avvocato Giuseppe Muzzupappa, l’imputato cercherà di dimostrare la propria innocenza a processo. «Potrebbe trattarsi di un rogo doloso, provocato per vendetta da qualcun altro», dice l’avvocato, «tanto che le fiamme sarebbero partite non dal luogo in cui Scudeler stava lavorando, bensì da una finestra sull’altro lato del capannone».

L’attività durava da circa trent’anni, rifornendo le sfilate di carnevale di tutto il Triveneto, da Bolzano a Silea, da Roncade a Riese Pio X. «Quando mi sono accorto del fumo ormai era troppo tardi perché le fiamme sono divampate in un attimo», aveva detto Scudeler dopo il devastante rogo.

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