Un progetto pieno di interrogativi

Si votasse oggi la variante per la realizzazione della Cittadella Sanitaria (quasi 250 milioni di intervento finanziato da pubblico e privato), a palazzo dei Trecento non passerebbe. E non solo per lo sbarramento della maggioranza di centrosinistra. Anche nella Lega, e nella lista Gentilini, ora, ci sono distinguo e ripensamenti su contenuti importanti del progetto, in primi il trasferimento del poliambulatorio di Borgo Cavalli. La crisi del centro, l’idea di un servizio pubblico capillare sul territorio e non accentrato, soprattutto per le utenze deboli, hanno indotto le forze che compongono la coalizione a chiedere di bloccare il trasferimento del poliambulatorio di Borgo Cavalli. In avanscoperta è andato il Pd, grazie alla sinergia fra gruppo consiliare e circolo cittadino, con il segretario Andrea Michielan e la consulenza di un veterano della sanità come Giorgio Troncon.
E su questo aspetto anche nella Lega si sono aperte le prime crepe, come conferma la dichiarazione a sorpresa di Riccardo Barbisan, che si è smarcato da Zaia e Caner.
Ma poi c’è lo strumento del project financing, a tenere banco. Il Pd ne fa una questione di obiettivi: «Non deve fare l’interesse di privati, ma garantire a Treviso il mantenimento degli altissimi standard sanitari». E Adriano Bozzo, capogruppo di Per Treviso, l’ala più moderata, è ancora più drastico, anche se precisa che la sua riflessione è «a titolo personale», almeno in parte: «Incredibile che ancora ci si ostini a difendere uno strumento come il project financing, non più attuale e messo in discussione ovunque», dichiara Bozzo, «ora poi emergono diversi aspetti a rischio. Serve una valutazione attenta, avere fretta è sbagliato. Giusto avere appalti di così lungo periodo, quando sarebbe meglio su archi di tempo brevi, per impedire monopoli? E ancora, mettere in vendita gli immobili pubblici, in un momento di crisi per il mercato immobiliare, non solo non assicura introiti, ma potrebbe favorire politiche di speculazione. E allora, attenzione alle destinazioni d’uso, bisogna mantenere le funzioni pubbliche. E in futuro, con i piani di fusioni o di accorpamenti delle Usl, che ruolo avrà la cittadella? Tutti aspetti di cui bisogna parlare, su cui vanno fatte riflessioni. Altro che approvare così, a scatola chiusa».
E adesso è nato anche un comitato. Un gruppo di residenti della zona chiede di approfondire tutti gli aspetti del progetto della cittadella: viabilità e strade, innanzitutto, ma anche l’effettiva necessità di alcuni dei poli previsti dalla cittadella. «È necessario che oltre al poliambulatorio e agli uffici, sia creato lì anche il centro di formazione?», dice uno degli esponenti del comitato, «perché non portare in centro anche il centro di formazione, in contemporanea con la conferma del poliambulatorio a Borgo Cavalli che n on svuoterebbe una parte del centro storico? Un progetto simile non può venir calato dall’alto». Alle prime riunioni informali del comitato hanno partecipato Antonella Tocchetto e Maristella Caldato, consiglieri del Pd, e Sergio Costanzo, vicepresidente di Italia Nostra. Fra i residenti della zona, anche volti noti dell’ambientalismo come Paolo Rasera e altri esponenti del Pd, come la civatiana Lucia de Valier. E ancora Annalisa Milani, osservatrice internazionale dell’Ocse, e ancora Gianni Cellini. In generale il comitato punta ad avere le massima garanzia sull’impatto dell’opera fra tangenziale e via Scarpa, via Marchesan e via Concordia, il Sile e la ferrovia Venezia-Udine.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso