Un invaso alla Ghirada per evitare gli allagamenti

Un bacino di invaso capace di contenere fino a 10 mila metri cubi d’acqua, situato tra la tangenziale e il cimitero di San Lazzaro, per evitare allagamenti nel quartiere. È questo il “piatto forte” dello studio di fattibilità per il terzo stralcio della messa in sicurezza idraulica della Ghirada, zona negli anni passati martoriata dal maltempo. A partire dal sottopasso di via Sarpi, che diventava una piscina dopo ogni pioggia e che la giunta Manildo ha riparato a dovere. Dopo i due interventi fatti a Sant’Angelo, in via Ghirada e in via Sarpi, è ora la volta del terzo stralcio, che interesserà l’area di via Nascimben. Nei prossimi mesi si procederà alla definizione dettagliata del progetto, e agli espropri necessari per creare il lago artificiale. E in seconda battuta è previsto un secondo invaso, più a nord rispetto alla tangenziale, che eviterà allagamenti in via Del Mozzato, a San Lazzaro e a Sant’Antonino. Il cantiere vero e proprio per la messa in sicurezza di via Nascimben partirà tra un anno (quindi si metterà mano al quarto stralcio, dedicato a Sant’Antonino). La giunta ha dato ieri il via libera all’operazione, dal costo di un milione e 750 mila euro. Insieme al primo bacino di invaso è prevista la costruzione anche di una nuova conduttura, dal Terraglio fino al canale Fuin. L’assessore ai Lavori pubblici Ofelio Michielan ieri ha presentato il piano, che a giorni verrà formalmente finanziato, sottolineando: «Dall’inizio del nostro mandato amministrativo abbiamo preso a cuore la questione del quartiere della Ghirada, marcando fortemente la differenza del nostro operato amministrativo da quello precedente della Lega. Abbiamo impresso una svolta netta. Dopo i sue stralci fatti, ora abbiamo approvato per il terzo un progetto da un milione e 750 mila euro, che riguarda appunto l’area di via Nascimben, che prevede anche l’esproprio di un terreno lì vicino per creare un invaso per il contenimento delle acque piovane». Un salto, rispetto alle giunte di Gentilini e Gobbo, sottolinea Michielan, per un problema annoso. E che gli uffici tecnici del Comune di Treviso conoscono bene: già nel 2013 il dirigente del settore Ambiente Paolo Pierobon, commentando l’ennesimo allagamento di Ghirada e Canizzano, diceva: «Per quanto riguarda la Ghirada, la spiegazione del suo finire sempre allagata può essere abbastanza specifica. Il Fuin, il canale che attraversa la zona, passando poi dietro al cimitero di San lazzaro per sfociare nel ramo morto del Sile a Sant’Antonino, è stato parzialmente tombinato. E così l’acqua non ha altro sfogo che le strade». Il problema della Ghirada era anche rappresentato dal dislivello presente fra alcune zone rialzate (la cittadella sportiva della Ghirada, ad esempio) e altre depresse. Ancora Pierobon: «Il problema è la cementificazione, l’acqua che cade sulle strade, e sui terreni asfaltati o pavimentati scivola nel Sile, e quando questo è già al limite non è più in grado di sopportare un ulteriore afflusso di acqua». Altro nodo, il progressivo tombinamento dei fossati. E già nel 2013 Pierobon annunciava la necessità di creare invasi, «degli spazi in cui l’acqua in eccesso possa confluire e restare parcheggiata. La cosa più logica sarebbe scavare un fossato a fianco alla tangenziale». E la giunta Manildo gli ha dato retta.
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