«Un insuccesso non è la fine e non dobbiamo mollare mai»

3/ Daniele Dal Pian, 51 anni, con una vetreria a Cavaso, racconta i suoi momenti difficili «Un cliente non ha pagato e abbiamo rischiato grosso: ne siamo usciti diversificando»

CAVASO. «Nella vita, come nel lavoro, ci vuole una buona dose di fortuna. Non basta impegnarsi: purtroppo le cose possono andare male lo stesso. Ma il punto è che non si può mollare per un insuccesso: il lavoro non è la vita, la vita è molto altro».

Daniele Dal Pian, 51 anni, titolare dell’azienda di famiglia “Vetrerie dal Pian” a Cavaso del Tomba è uno di quelli che non ha mollato. Ha risalito la china, dopo un drastico calo di commesse nel 2009. Non ha mollato anche quando, dopo il mancato pagamento di un grosso cliente, mancavano i soldi per far fronte alle incombenze di tutti i giorni. Ha deciso di puntare sulla modernizzazione della propria azienda, la diversificazione dei clienti, cercando di rivalutare i prodotti puntando al design.

«L’attività è partita nel 1964, poi da mio padre è passata a noi fratelli: una ventina di dipendenti in tutto, posti di lavoro che siamo riusciti a conservare anche ricorrendo l’anno scorso per sicurezza alla cassa integrazione straordinaria che per fortuna non abbiamo quasi utilizzato». La crisi e il calo di commesse hanno iniziato a bussare alla porta nel 2009, un calo stimato attorno al 25-30 per cento. «A quel punto ci siamo imposti di reagire, il processo lo avevamo già iniziato qualche tempo prima: abbiamo tentato di modernizzarci inserendo attrezzature altamente tecnologiche. E poi abbiamo puntato alla diversificazione dei clienti, attraverso la ricerca costante di nuovi canali di vendita. Ad esempio noi lavoriamo soprattutto per il mercato italiano, cerchiamo pian piano di guardare all’estero. Cerchiamo di puntare sulla numerosità dei clienti. In questo modo, se un cliente venisse a mancare, questo non metterà a rischio l’intera attività».

Dal Pian, parla per esperienza vissuta: alcuni anni fa un cliente non pagò un’importante commessa mettendo a rischio la sopravvivenza dell’attività. «Il cliente mi aveva messo in difficoltà non pagandomi, era diventato un problema fare la spesa. Ma non ci siamo persi d’animo, abbiamo cercato di riprenderci: nel giro di un anno ce l’abbiamo fatta. Purtroppo la legge mette sotto la lente di ingrandimento gli imprenditori mentre, se un cliente non ti paga, può starsene tranquillamente impunito».

Oggi la vetreria sta lavorando, si naviga a vista, fare investimenti risulta sempre particolarmente rischioso. «Ma cerchiamo comunque di trovare nuovi stimoli e ricercare nuovi progetti in cui investire per diversificarci: ad esempio adesso stiamo collaborando con un concorso Re-Craft Design per rilanciare l’artigianato d’eccellenza. Terminerà a giorni e punta alla progettazione di un oggetto o un complemento d’arredo utilizzando il vetro piano. Già 90 progetti sono stati presentati. Oltre a premiare i vincitori e valutare la produzione di questi ritrovati, li porteremo al Fuori Salone a Milano».

Soluzioni per non «essere solo dipendenti dei propri clienti, ma per tornare al centro della produzione. È molto difficile commentare fatti di cronaca come quelli che vedono protagonisti questi imprenditori. Io posso solo dire di non mollare l’osso. È vero la legge non è spesso a nostro favore, la tassazione è troppo alta, le banche ti danno l’ombrello quando non piove. Ma questo ormai lo dicono e lo sanno tutti. Siamo piccoli artigiani, che oggi guadagnano come i loro dipendenti con il rischio ogni giorno di perdere tutto. Ma non dobbiamo mollare per un insuccesso».

IMPRENDITORI FRA CRISI

E VOGLIA DI REAGIRE: DI’ LA TUA

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