Un Grande Fratello veglia sui nonni delle case Ater di Oderzo

ODERZO. Il futuro della medicina parte da Oderzo. Scatterà all’inizio del 2018 il progetto “Health@Home”, un’idea nata dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e portato avanti dall’Università delle Marche che si pone l’obiettivo di immaginare l’assistenza medica del futuro. Per farlo sono stati selezionati 13 inquilini over 65 di otto alloggi Ater di Oderzo.
Lì verrà installata una serie di apparecchiature in grado di controllare i consumi energetici e alimentari delle famiglie, ma anche i parametri fisiologici degli inquilini. I dati che riguardano il peso, la pressione del sangue e il battito cardiaco verranno trasmessi a un centro di raccolta dati gestito da Telecom Italia, che è partner del progetto. Questa massa di dati verrà analizzata allo scopo di fornire agli utenti una vita più semplice e confortevole.
«Le tecnologie che verranno installate sono di ultima generazione ed economiche», spiega il professor Gian Marco Revel, responsabile scientifico della sperimentazione. Il progetto non mira soltanto a mettere in contatto pazienti e medici, cosa che peraltro avviene già in molte realtà italiane. A questo aspetto si unisce l’attività di controllo su come vengono utilizzate le abitazioni. «Avremo informazioni nuove e complete che ci saranno utili al fine di prevedere i problemi dell’utenza e offrire alcune prestazioni innovative. Queste informazioni potranno inventare nuovi servizi», dice Revel.
La sperimentazione in atto a Oderzo verrà completata da un’altra che si svolgerà all’ospedale Gaslini di Genova, dove si studieranno nuove soluzioni per semplificare la vita all’interno degli ospedali. Il progetto è stato finanziato dal Miur con 22 milioni di euro e vede la partecipazione dell’Università La Sapienza di Roma, e delle Università delle Marche e di Genova, oltre a quella del Cnr. Giorgio Bazzerla, dirigente dell’Usl 2, ha sottolineato come questo sia “il futuro della medicina”.
Guido Masnata, responsabile della comunicazione della Fondazione Oic che gestisce Casa Simonetti, fa qualche conto in tasca agli utenti e alla stessa Usl: «La Oic lavora da molto tempo sui servizi domiciliari in favore dei cittadini. La digitalizzazione dell’assistenza garantisce un calo delle prescrizioni di farmaci pari al 30%», aspetto sottolineato anche dalla sindaca Maria Scardellato. Un vantaggio in termini di salute e per le tasche di cittadini e Usl. Fra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo inizieranno le installazioni dei sensori e dei dispositivi che permetteranno di far partire definitivamente il progetto “Health@Home”. L’installazione terminerà entro l’inizio del 2018. «Spero che il progetto vada in porto, lo faccio perché serva ai miei figli e ai miei nipoti», dice Elena Dal Ben, una degli inquilini Ater selezionati. A suo figlio che le chiedeva qualche dettaglio in anteprima sul progetto, domenica scorsa ha risposto così: «Ci controllano ogni secondo, come se fossimo al Grande Fratello». Un Grande Fratello che potrebbe rivoluzionare la l’idea di assistenza sanitaria.
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