Un fortino nel bosco della Serenissima

Bunker, ricoveri, depositi d’armi e munizioni nascosti tra gli alberi in attesa della guerra mai scoppiata

VOLPAGO. Una "città di alberi", ma anche di bunker, ricoveri, ambienti adatti alla conservazione di armi e munizioni: spazio per una guerra attesa, e mai scoppiata, per la quale bisognava prepararsi. Questa è la ex polveriera del Montello, che doveva tornare all'uso pubblico, attraverso la cessione dal Demanio al Comune, dopo 50 anni di deposito militare, ma invece diventa un hub per accogliere 98 profughi. Si estende lungo il versante sud della collina, a Volpago, un chilometro per un chilometro recintato da rete e filo spinato e garritte lungo il percorso perimetrale. Luogo inaccessibile un tempo tranne che dai militari, deposito di retroguardia per le divisioni schierate nel Friuli a difesa del confine orientale, un sito neppure segnato sulla carta perché coperto da segreto militare, e che impediva, quando nei bunker c'erano le bombe, di considerare sismico quel territorio, tanto che Montebelluna e Nervesa avevano un grado medio di sismicità, Volpago e Giavera che erano in mezzo erano invece territori indenni da scosse sismiche. I fini militari che ne avevano condizionato la vita per mezzo secolo di guerra fredda hanno avuto il merito di conservare intatto il bosco della Serenissima, ma accanto agli alberi c'è tanto amianto da bonificare. Era destinata a passare di proprietà al comune di Volpago e già erano fioriti studi, progetti e proposte quando tutto si è fermato per un inghippo. Quando erano stati espropriati i terreni per fare la polveriera mezzo secolo prima si erano dimenticati di completare l'esproprio di alcune particelle, che risultano essere ancora di proprietà privata. E quindi prima il Demanio deve perfezionare anche quegli espropri e poi potrà passare la proprietà di quei 100 ettari dell'ex polveriera al comune di Volpago. (e.f.)

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