Appartamenti a luci rosse in piazza, denunciate quattro maitresse
Le donne cinesi sono accusate di aver favorito e sfruttato la prostituzione di giovani in alloggi tra la Marca e il Veneziano: scoperte case della prostituzione a Spresiano e Campagna Lupia dove venivano garantiti prezzi popolari

Pubblicizzavano l’attività su siti internet riservati a chi cercava prestazioni sessuali a pagamento e poi, via telefono, fornivano ai potenziali clienti le indicazioni su come raggiungere l’ingresso dei locali dove una serie di giovani donne orientali si prostituivano. Per un anno e mezzo, quattro maitresse cinesi, tra i 47 e i 55 anni, hanno favorito e sfruttato la prostituzione di una mezza dozzina di giovani cinesi, in due immobili presi in affitto: uno in piazza Mauro Sordi a Spresiano e l’altro in piazza Giovanni Amendola a Campagna Lupia, in provincia di Venezia.
Le quattro maitresse sono state denunciate per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione al termine di una lunga indagine delle forze dell’ordine, nel corso della quale sono state sentite decine di clienti che frequentavano i due “bordelli”. In base alle indagini, per mantenere la massima riservatezza, le maitresse avevano schermato le finestre in modo che nessuno potesse intuire dall’esterno l’attività in quegli appartamenti.
La mezza dozzina di cinesi, tre delle quali sono state identificate, che si prostituivano nei locali presi in affitto, praticavano qualsiasi tipo di prestazione con tariffe “popolari” che variavano dai 20 ai 70 euro.
L’accusa nei loro confronti non è soltanto di aver favorito il meretricio, mettendo a disposizione delle ragazze i due appartamenti di Spresiano e Campagna Lupia e di aver pubblicizzato la loro attività in siti web dedicati, ma anche di aver sfruttato la prostituzione perché intascavano il 50 per cento dei proventi della ragazze. Secondo una prima stima, il volume d’affari sfiorava i ventimila euro al mese, anche perché l’attività non aveva limiti di orario. Gli appartamenti erano aperti giorno e notte con le giovani che, come in una catena di montaggio, si dividevano le fasce orarie.
Per le quattro maitresse è stato chiesto l’arresto. Ma sarà una decisione che, con la riforma del sistema giudiziario, potrà essere adottata dal giudice delle indagini preliminari soltanto dopo l’interrogatorio delle quattro cittadine cinesi.
Nel frattempo, le forze dell’ordine hanno posto sotto sequestro gli appartamenti ed i documenti trovati al loro interno. Al vaglio anche la posizione dei proprietari degli appartamenti dati in affitto ma pare proprio che fossero completamente all’oscuro dell’attività che vi si svolgeva al loro interno. Qualche sospetto ce l’avevano invece gli inquilini degli appartamenti vicini, nonostante la discrezione con cui veniva gestita l’attività.
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