Un altro caso Gava a Treviso. Il pediatra Chiavelli: «Più sani i bimbi non vaccinati»

Parla Goffredo Chiavelli, il professionista su cui l’Ordine ha aperto un procedimento disciplinare I pediatri: «Nessuna tolleranza per un dottore che parla così, la scienza non è un’opinione»

TREVISO. «Non chiamatemi no-vax». È il dottor Goffredo Chiavelli, 75enne di Asolo, da una decina d’anni in pensione, il pediatra attenzionato dall’Ordine dei medici di Treviso per le sue posizioni, se non proprio contrarie, quantomeno scettiche su alcune vaccinazioni neonatali. Secondo l’Ordine guidato da Luigino Guardini, Chiavelli avrebbe dissuaso alcuni genitori dal vaccinare il loro figlio. E per questo adesso è destinatario di un procedimento disciplinare che potrebbe concludersi con la radiazione. Quella di aver sconsigliato alcune vaccinazioni negli anni scorsi, quando era pediatra di famiglia, è una tesi che ieri Chiavelli ha contestato fermamente: «Non è vero, non ho niente contro i vaccini».

Eppure, qualcosa c’è: Chiavelli aveva già fatto discutere nei mesi scorsi per le conferenze tenute in tutta Italia sui rischi della vaccinazione, per aver firmato la lettera dei 120 medici che sostengono che i bambini non vaccinati siano più sani, per la solidarietà al dottor Roberto Gava, lui sì, radiato dall’Ordine per le sue posizioni critiche nei confronti dei vaccini. Chiavelli è anche omeopata, disciplina che la scienza ufficiale considera... acqua fresca: «Sì, così come è vero che ho firmato la lettera dei 120. Non lo dico io che i bambini non vaccinati sono più sani: lo dicono le ricerche mediche. E sì, conosco e apprezzo il dottor Gava. Io rispetto qualsiasi posizione, non so perché l’Ordine mi abbia attenzionato, chiedetelo a loro».

Medico anti-vaccini: il dottor Gava radiato dall’Ordine dei medici di Treviso
DeMarchi Castelfranco incontro con il medico Roberto Gava


Da almeno cinque anni Chiavelli è impegnato anche in un’attività di divulgazione sul territorio: in rete si trovano diversi video di conferenze organizzate nella Marca con gruppi di genitori perplessi sull’opportunità di vaccinare i figli (i primi video risalgono al 2012), e che in Chiavelli trovano, se non proprio una sponda, certamente un ascolto “empatico”. Insomma, non un radicale “no-vax”, ma di sicuro qualche posizione considerata border line è stata notata anche dall’Ordine dei Medici, che in questa fase storica ha virato deciso verso la “tolleranza zero” per chiunque, tra i suoi professionisti, metta in dubbio l’utilità delle vaccinazioni dimostrata dalla scienza. Insomma: se qualche anno fa si chiudeva un occhio, oggi - con la polemica esplosa su scala nazionale e il ripresentarsi di malattie che si credevano debellate - certi atteggiamenti vengono stroncati sul nascere. Chiavelli non lavora più come pediatra di famiglia ma può ancora operare in regime libero professionale.

Giovanni Battaglini, segretario provinciale della Federazione Italiana Medici Pediatri, ieri era intervenuto per sottolineare quest’ultimo aspetto: «Significa che nessun pediatra di famiglia della provincia di Treviso è attualmente sotto procedimento. La Federazione dei Pediatri della provincia di Treviso conta 107 iscritti sui 108 presenti nel territorio e da sempre, come categoria e singolarmente, siamo impegnati nell’informazione e nella promozione delle malattie prevenibili da vaccino e nel contrasto alle fake news sui vaccini. Inoltre collaboriamo con le istituzioni nel divulgare la scienza della vaccinazione alle famiglie».

Matteo Renzi: "L'Ordine dei medici di Treviso ha fatto bene a radiare Gava"
Roberto Gava

Pur senza fare esplicitamente il nome di Chiavelli, Battaglini conferma che i professionisti in quiescenza che non seguono questa linea, dimostrandosi scettici sulle vaccinazioni, vanno sanzionati con la massima severità: «Non conosco il caso specifico, ma in generale un professionista che sconsiglia le vaccinazioni è da radiare subito. Anche se in pensione e se opera da libero professionista: con la radiazione dall’Ordine, infatti, non potrebbe più prescrivere nulla. Noi pediatri di famiglia siamo il primo punto di riferimento per i neo genitori. Un collega così non sarebbe accettabile: ricordiamoci che la scienza non è democratica e non è qualcosa su cui discutere, il resto sono opinioni».


 

Argomenti:vaccini

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso