Un acquirente per l’edicola San Vito «Sogno un’oasi di informazione per trevigiani e turisti di passaggio»

FRIGO TREVISO PAOLO PREGNOLATO E LA SUA EDICOLA IN P. SAN VITO AGENZIA FOTOGRAFICA FOTOFILM
FRIGO TREVISO PAOLO PREGNOLATO E LA SUA EDICOLA IN P. SAN VITO AGENZIA FOTOGRAFICA FOTOFILM

Un’edicola salotto, che venda giornali ma che in vetrina allinei tutto ciò che è stato stampato su Treviso e i suoi dintorni. Una edicola della città, insomma, a cui si rivolga anche il turista che intenda imparare qualcosa di più. Ci sta pensando Angelo Pastrello, figlio di libraio ed editore, con Editoriale Programma, di moltissimi volumi che riguardano Treviso, la sua storia, le sue ricchezze. In un mondo che calcola tutto, Pastrello coltiva un sogno. In controtendenza, certo, visto che le edicole in città si chiudono più che aprirsi. Il sognatore Angelo ne ha salvata una “al volo”. La storica edicola Pregnolato di Piazza San Vito, che Mauro Gorgi stava dismettendo ma che alle spalle ha una storia bellissima: quella di tempio del rugby e delle grandi chiacchiere sulla piazza vicina. «Tra l’altro – dice Angelo – non è vero che non ho fatto calcoli. Con la chiusura del chiosco di Piazza dei Signori, questa zona della città è rimasta sguarnita e quindi proverò a cooptare vecchi e nuovi clienti, proponendo loro un progetto completamente diverso dal posto dove acquistare il giornale e correre a casa o in ufficio. Il mio sogno è un chiosco “vivo” con una fauna stanziale, sempre pronto ad accogliere. Mi piacerebbe anche avere un tavolo di lettura nel quale consultare i libri. Una sosta per consultare la cartina della città o trovare lo spunto per visitare qualcosa di bello. Il nome? Concedetemi la sorpresa. Anche “fisicamente” sarà un’edicola diversa, anzi un chiosco originalissimo e che non passerà inosservato». Magari con distributori di caffè e bibite? «Non farò concorrenza ai bar della zona, non è in programma. Sarà un chiosco filosoficamente diverso e spero che la gente capisca. Intanto devo consultare gli uffici comunali per vedere se è realizzabile e quali sono i passaggi critici, ma il dado è tratto e mi piace sempre dar corpo ai sogni».

I tempi per la chiusura dell’iter sono ancora incerti: «Ma è solo questione di capire bene cosa mi viene e cosa non mi viene concesso: sogno una specie di approdo per i trevigiani e, contemporaneamente, un servizio per chi trovandosi a passare, decide di mandare a memoria un viaggio che, senza un riferimento editoriale, verrebbe dimenticato presto». —

Toni Frigo

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