Uccisi da un cocktail di antiepilettici

Omicidio-suicidio di Montebelluna: depositati i risultati degli esami sui bicchieri. Farmaci letali per Daniela e Massimiliano
Di Sabrina Tomè
Borin Falzè di Trevignano Massimiliano Uccello e Venturato Daniela
Borin Falzè di Trevignano Massimiliano Uccello e Venturato Daniela

MONTEBELLUNA. Un cocktail di farmaci, con una dose massiccia di quelli destinati alla cura dell’epilessia. È questo l’intruglio che lo scorso gennaio ha ucciso i coniugi montebellunesi Massimiliano Uccello di 60 anni e Daniela Venturato di 52.

Lo hanno stabilito i tecnici del laboratorio di polizia scientifica di Padova a cui la Procura di Treviso aveva inviato i bicchieri trovati nell’abitazione della coppia, in vicolo San Lorenzo. Fin dall’inizio gli inquirenti avevano attribuito il decesso di marito e moglie all’assunzione di veleno o, comunque, di sostanze tossiche. Ora è arrivato al sostituto procuratore Massimo De Bortoli, titolare delle indagini, l’esito degli esami sui residui trovati nei bicchieri sequestrati.

I coniugi hanno ingerito lo stesso, identico, tipo di sostanze: un miscuglio di medicine di quelle che tenevano in casa. A rendere letale il cocktail sarebbe stata una dose massiccia di farmaci destinati alla cura e alla prevenzione dell’epilessia.

A preparare l’intruglio, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, era stata la donna, Daniela Venturato: prima avrebbe fatto assumere le pastiglie al marito, poi le avrebbe ingerite a sua volta lasciando, accanto al bicchiere, un biglietto di scuse.

Un omicidio-suicidio maturato in una famiglia fortemente provata dalla lunga e invalidante malattia dell’uomo. Massimimilano, ex dipendente delle Poste di Treviso, aveva 44 anni quando era stato colpito dal male che gli aveva rubato la lucidità mentale.

All'inizio aveva avuto qualche problema comportamentale con improvvisi scatti di violenza. I farmaci avevano permesso poi di tenere sotto controllo tali reazioni; operato, era stato affidato alla casa di riposo di Pederobba.

Daniela, per seguirlo, si era licenziata dall’Osram e sulle sue spalle era gravato l’intero peso di un marito da sostenere e di una famiglia da mandare avanti. Un carico troppo imponente anche per una donna molto forte, tanto che la signora si era ammalata di depressione.

Lo scorso gennaio, Daniela ha deciso di mettere fine a tanta sofferenza: ha preparato il cocktail di farmaci, l’ha dato al marito, poi lo ha preso a sua volta, dopo aver chiesto scusa a tutti con un biglietto. A trovare i due coniugi è stata la figlia arrivata nella loro abitazione: lui era steso sul letto, lei invece era riversa sul divano della cucina. Accanto ad entrambi i bicchieri da cui hanno bevuto il miscuglio letale.

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