Uccise un falco in cortile Il pm chiede l’assoluzione

CONEGLIANO
L’uccisione del falco Domina molto probabilmente non avrà responsabili. La sentenza sul rapace ucciso a Campolongo nell’ottobre 2007 verrà pronunciata il prossimo 21 maggio. Ma il pubblico ministero ieri ha chiesto l’assoluzione di Yvonne Rocamore, la pensionata ottantenne di Campolongo imputata di aver ucciso il volatile a bastonate. Anche l’accusa ha quindi accolto la tesi difensiva secondo cui l’anziana sarebbe stata aggredita dal falco e si sarebbe protetta. Alla richiesta si è associato naturalmente l’avvocato difensore, che inoltre ha ribaltato le accuse. «Si è trattato di legittima difesa – ha dichiarato nella sua arringa la difesa – chiediamo al giudice di inviare gli atti alla procura per valutare l’ipotesi di calunnia da parte del querelante». Ora il giudice dovrà decidere. Il proprietario dell’animale, Piero Curci, trentenne di Cittadella appassionato di falconeria, chiamò i carabinieri e presentò una denuncia. Quel pomeriggio del 2007 stava addestrando il suo falco Domina poiché doveva eliminare i colombi che avevano nidificato nel palasport di Campolongo (quella che è diventata la Zoppas Arena). L’immobile doveva essere ristrutturato e perciò il falconiere era stato incaricato di liberarlo dagli uccelli. Improvvisamente l’animale in volo sparì. Con la strumentazione a sua disposizione il falconiere individuo la zona in cui si trovava, nei pressi di un’abitazione di via Ca’ di Villa. Domina era dotata di un trasmettitore, il segnale proveniva da lì ma non si trovava. Le ricerche anche con i proprietari dell’abitazione proseguirono per ore. Il rapace fu poi trovato morto dentro in un fustino di un detersivo in un sottoscala. Furono momenti concitati, intervennero i carabinieri, il marito della donna malato di cuore ebbe un mancamento. L’anziana, spiegandosi attraverso i familiari perché di madrelingua francese e non comprendendo bene l’italiano, confessò come fosse rimasta impaurita nel vedere l’animale nel cortile di casa. Il rapace a suo dire aveva attaccato le galline e l’avrebbe graffiata alle gambe. Per questo si difese. Ieri nel tribunale di Conegliano sono state ascoltati altri testimoni, sia di accusa che difesa, che hanno sostanzialmente confermato la versione dei fatti. Il pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione valutando probabilmente la ratio dell’articolo 544 bis del codice penale, il quale stabilisce che è responsabile solo chi «per crudeltà o senza necessità» uccide un animale. Adesso dovrà essere il giudice Vitantonio Giuliani a valutare se c’è stata crudeltà. Uno dei carabinieri intervenuti ha testimoniato in aula che non evidenziò ferite nell’anziana né tantomeno furono trovate in zona galline uccise. (di.b.)
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