Tutti pazzi per il "mini", è tempo di modellini

Avete ancora poche ore per provarci, ma fatelo. Andateci e divertitevi, prima che stasera l’esposizione chiuda. Nel salone delle contrattazioni della Camera di commercio e, in forma più limitata nel metodo e (con un’accoglienza che può essere stucchevole, ma gli umani non sono perfetti) nel salone dei Trecento, sono in mostra le fantastiche e impagabili manie di tanti modellisti trevigiani. Manie, perché solo una passione maniacale - ma attenzione, mai priva di preparazione culturale mirata - può giustificare tante ore passate a riprodurre in piccolo, perdendoci occhi, pazienza (e spesso sonno) aerei e carrarmati, treni e imbarcazioni, scenari di guerra, battaglie navali, galeoni in bottiglia e sottomarini funzionanti, case in miniatura e mille altre diaboliche e umane situazioni di vita, movimentazione e guerra.
Già, è alla guerra (anzi contro la guerra) che è dedicata questa decima edizione della rassegna “Passione Modellismo”, che ha infatti come sottotitolo “La grande guerra e Treviso”. Nelle intenzioni dell’associazione “I Care”, che agisce in aiuto delle popolazioni africane in difficoltà, la spettacolare edizione di quest’anno (i 4 euro - due per gli under 12 - dell’ingresso doppio vengono destinati a un progetto per il Burkina Faso) serve a ricordare i conflitti “perché non ci siano più conflitti “.
Nel dettaglio, si possono ammirare modelli - e modellisti - di ogni genere. La fantasia galoppa libera e approda sempre nel concreto: l’intera gamma degli aerei che si trovavamo nei giornalini a fumetti di guerra? C’è, perfetta, suggestiva. L’infinita serie dei velieri che possono finire in bottiglia, bottiglietta, bottiglione, fiasca, piedistallo o in scala 1-50? C’è. E ci sono anche i bragozzi ciosoti con le vele delle varie famiglie di proprietari, con competenza inattaccabile, quasi un trattato sull’argomento.
E che dire degli altri natanti, quelli a motore, compresi i sommergibili, che in una vasca appositamente predisposta incantano grandi e piccini - chiaro che metà o forse più, del pubblico, è under 16 - e consentono agli stessi modellisti di mostrare quanto sia avanzata, ormai, la tecnica sposata all’elettronica. Purtroppo non c’è uno spazio aereo di eguale consistenza per mettere in volo i modelli di aeroplano che in altra parte della rassegna fanno bella mostra di sè. Dal bi(e tri)plani alla copia conforme dell’Aermacchi delle Frecce Tricolori, per non dire di un drone con i controfiocchi, sarebbe un bello spettacolo vederli andare. Vanno comunque, suggestivi, i plastici dei trenini. Grande anche la parte dedicata ai mezzi a motore e ai piccoli plastici-polaroid che raccontano la prima Guerra Mondiale.
Infine, valicato con un po’ di fatica l’ingresso dei Trecento (non solo per la gradinata), il trionfo dei modellini realizzati con i Lego, con autentiche ardite realizzazioni.
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