Tutti i vip trevigiani nella rete del consulente Zanin Capitani d'azienda, politici, professionisti e gente comune

Federico Zanin, ex promotore finanziario, ha beffato 25 clienti che gli hanno affidato i risparmi: uno ha perso 380 mila euro
TREVISO 10/12/2006 PALAZZO DI GIUSTIZIA - tribunale treviso
TREVISO 10/12/2006 PALAZZO DI GIUSTIZIA - tribunale treviso

Prometteva utili che in alcuni casi arrivavano al 48% annuo, per acquistare barre dorate e lingotti di una società con sede nella lontana Guinea. A Paola Mason, presidante della Cps onlus (cooperativa Provinciale Servizi, una delle più note del Veneto), aveva promesso di far arrivare, tramite Bnl Paribas, un finanziamento di 30 milioni di euro: ma dopo aver incassato la parcella per la consulenza e un anticipo sull’intermediazione, si era reso irreperibile. E alla gran parte dei clienti, molti dei quali amici, aveva prospettato lauti guadagni, presentandosi come rappresentante della Kuantiko Ltd di Londra, l’adesione a un fondo di investimento, in accordo la società Blue Brain Sa di Losanna. Società che - spiegava ai clienti - stava lavorando a un modello computerizzato di cervello umano. In realtà, il progetto esisteva, con quel nome: ma era sviluppato, in maniera autonoma e senza alcun legame con società svizzere e inglesi, dal politecnico Federale di Losanna.

Così agiva Federico Zanin, l’ex promotore finanziario (radiato anni fa per precedenti disavventure giudiziarie) e oggi consulente aziendale accusato dalla Procura di Treviso di aver truffato 23 clienti per oltre1 ,4 milioni, e di essersi appropriato indebitamente di altri 70 mila euro versatigli da una donna. Ma alla sbarra dovrà rispondere anche di evasione fiscale (fra 2009 e 2011 non ha dichiarati introiti per oltre 1,5 milioni (con imposta bevavsa di 185 mila euro, in concreto di oltre 620 mila), e di aver violato le norme sulla raccolta del risparmio. Due le inchieste lo portano alla sbarra a dicembre, una condotta dal pm Massimo De Bortoli, l’altra dal collega Giovanni Valmassoi.

Le inchieste fanno emergere una rete di contatti di prestigio, oltre a una base territoriale (alcuni clienti sono di Morgano, paese natio di Zanin). Poi l’uomo metteva sul piatto le sua amicizie illustri, le vaste relazioni e la credibilità di cui godeva.

Dall’ex re degli autotrasporto, oggi in pensione, era riuscito a farsi dare la bellezza di 380 mila euro; dall’imprenditore edile altri 100 mila. Da due imprenditori 200 mila ciascuno.

Ma forse la vittima più illustre è Alfonso Lorenzetto, fotografo di Paese, presidente provinciale della Cna, che gli aveva versato in due rate poco meno di 20 mila euro. E poi amministratori, come l’ex sindaco di Morgano, Elena Basso, esponente di spicco della Lega: ha versato a Zanin 30 mila euro. E sono finiti nella rete di Zanin professionisti della comunicazione, artigiani, operatori immobiliari, autotrasportatori, pensionati, che magari affidavano all’uomo somme minori, dai 10 ai 15 mila euro.

Il pm De Bortoli, nel decreto di citazione.,, parla di «artifici e raggiri» da parte di Zanin. L’uomo ha abusato «della fiducia che molti clienti riponevano in lui», dal momento che in passato aveva già gestito i loro risparmi. E secondo lo stesso pm, Zanin «era consapevole di non poter adempiere a quanto promesso ai clienti», perché «i soldi raccolti non venivano destinati all’investimento proposto, ma utilizzati per regolare rapporti con altri clienti, o per spese di carattere personale». Si parla di investimenti immobiliari. I pm hanno poi appurato come Zanin non rendesse nemmeno gli interessi, se non in alcune circostanze, e con somme «minime», e come spesso, per non dire sistematicamente, si rendesse irreperibile quando i clienti (talvolta disperati) cominciavano a sospettare di poter essere stati raggirati.

Come nasce il «tesoretto» oggi sfumato? La somma di 1,4 milioni è prodotta dai versamenti dei clienti: per molti di loro erano i risparmi di una vita, consegnati in contanti. Il più delle volte assegni, altre volte bonifici esteri, usando banche padovane dove era il conto di Kuantiko, altre istituti di credito trevigiani, con il conto personale di Zanin. Molti sperano di poter riavere i loro soldi, e non escono allo scoperto. E come accade in questi casi moltiplicano le voci: conti all’estero?

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