Truffa da 40 milioni sugli yacht di lusso: beffate due società

Chiuse le indagini su Giulio Lolli, ex re della nautica a Rimini A far partire l’inchiesta è stata una finanziaria della Marca
Di Giorgio Barbieri
117 GDF GUARDIA DI FINANZA
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Ben 40 milioni di euro sottratti al fisco italiano attraverso la creazione di due società di comodo con sede legale nella Repubblica di San Marino, ma attive in Italia. Lo ha certificato il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza riminese che ha indagato su Giulio Lolli, l’ex re della nautica riminese. L’inchiesta era nata dalla segnalazione di due società finanziarie trevigiane, che erano rimaste truffate sulla vendita di uno yacht di lusso. Si tratta di due maxi-inchieste condotte dalle Procure di Rimini e Bologna, che stanno indagando su Giulio Lolli, quarantaseienne faccendiere latitante per le Procure di Bologna e di Rimini, che da oltre un anno vive libero a Tripoli. Per lui l’accusa è di associazione a delinquere, truffa, falso e riciclaggio.

A dare il via all’inchiesta erano stati proprio i responsabili di una finanziaria di Treviso che, arrivati alla darsena di Rimini per portare a Porto San Giorgio nelle Marche un Azimut da sei milioni di euro, avevano scoperto che lo stesso yacht era stato venduto, ad una cifra peraltro molto inferiore, ad un’altra società la «Major Yacht» di Rimini. Da questo episodio è partita un’inchiesta che ha scoperto una colossale truffa con a capo l’imprenditore bolognese Lolli, patron della «Rimini Yacht», azienda specializzata in barche di lusso improvvisamente entrata in crisi licenziando i dipendenti. Dalle indagini era poi emerso un giro di assegni protestati e un maxi buco finanziario.

Nel luglio dell’anno scorso l’avvio dell’inchiesta, anche in seguito alla scomparsa di un’imbarcazione da 5 milioni di euro dalla darsena di Rimini. In pratica Lolli vendeva gli stessi yacht a diversi acquirenti contemporaneamente, sia in Italia che all’estero. Il meccanismo si basava infatti sull’assoluta mancanza di comunicazione tra i registri navali della Repubblica di San Marino e quelli italiani.

E la scoperta di una seconda società trevigiana beffata da Lolli è di diversi mesi fa, quando i carabinieri e la capitaneria di porto di Rimini hanno sequestrato un’altra imbarcazione di lusso: un Atlantis 53, del valore di oltre un milione di euro.

Anche in questa circostanza gli inquirenti hanno constatato la doppia intestazione del natante (registrata contemporaneamente a Grado, in provincia di Gorizia, e a Cesenatico) e la falsificazione dei documenti.

La barca infatti risultava avere due proprietari: si tratta di due società di leasing, una con sede a Napoli e l’altra in provincia di Treviso.

È intanto atteso per i prossimi giorni il ritorno in Italia di Lolli, artefice e mente del colossale giro di riciclaggio e del fallimento della «Rimini Yacht», dichiarata fallita con un ammanco complessivo di oltre 50 milioni di euro.

Risultano centinaia i soggetti con domicilio fiscale nella provincia di Rimini coinvolti a vario titolo (persone fisiche, giuridiche ed enti non commerciali) per aver trasferito capitali oppure per avere disponibilità finanziarie nella Repubblica in violazione degli obblighi previsti dalla normativa che disciplina il monitoraggio fiscale.

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