Troppi caprioli sulle nostre colline: sì all’abbattimento

La Provincia ha deciso la caccia di selezione di 235 ungulati, tra femmine e piccoli, in 41 riserve alpine

VITTORIO VENETO. La Provincia di Treviso ha deciso la caccia di selezione di 235 caprioli, tra femmine e piccoli, distribuiti fra 41 riserve alpine. La popolazione complessiva è di 4500 capi e sta leggermente crescendo (del 5%) solo sul Montello. Ben 400, invece, i camosci del Grappa; prossima, anche, la loro selezione, come pure quella dei cervi. Nessuna mattanza, comunque, si puntualizza in Provincia. Lo dimostrano i numeri: 23 elementi da catturare a Valdobbiadene, 22 a Vittorio Veneto, 19 a Cison, 13 a Crespano e a Susegana; a seguire numeri di gran lunga inferiori belle altre riserve. Nessuno, invece, alla riserva di Cappella Maggiore, che pure insiste sulle pendici del Cansiglio. Le quote corrispondono al 10% della specifica popolazione. La selezione dei maschi avverrà in altro periodo. E i maschi rappresentano l'altra metà del cielo. L'abbattimento avviene in base alle malattie, al sesso, all'età, con percentuali diverse che possono essere leggermente diverse dal 10% di media.

«Il nostro obiettivo è di riportare l'equilibrio in una popolazione che per crescere armonicamente ha bisogno, appunto, di essere fortificata», si spiega sempre in Provincia. Se i cinghiali provocano disastri all'agricoltura, a cominciare dai pascoli, per cui la Provincia ha deciso l'eredicazione, come si dice in termini tecnici, quindi lo sterminio, per i caprioli. «Il nostro obiettivo è di sanificare questa popolazione, di irrobustirla mantenendo appunto i capi più vitali», si insiste in Provincia. E questo varrà anche per le altre specie di ungulati. Severe le regole a cui devono attenersi i selezionatori. «Ogni cacciatore può esercitare quest'attività venatoria per tre giorni settimanali a scelta, ad esclusione del martedì e del venerdì». E in uscita deve portare, oltre ai documenti, anche la scheda ed il contrassegno datario inamovibile da applicare al tendine d’Achille del capo abbattuto. Capo, quello appena ucciso, che deve essere verificato dal delegato di riserva e dall'agente di zona. Non tutti possono sparare; il 50% dei capi va assegnato esclusivamente ai selezionatori esperti. Numerosi altri limiti hanno le uscite. E dal 16 ottobre inizierà la selezione anche dei cervi, che non si limitano solo all'altopiano del Cansiglio, dove nel passato stavano raggiungendo quota 3 mila, mentre oggi sarebbero meno di un migliaio, essendo stati estromessi dagli allevatori che hanno protetto i loro pascoli con alte recinzioni.

Il capriolo è una presenza quasi famigliare, anche nella stessa città di Treviso, ma i danni che provoca sono ingenti e non sempre risarcibili. Lungo la strada tra Colfosco e Falzè di Piave un motociclista ha rischiato la vita; investito l'animale, l'ha squartato, tale è stato l'impatto. Tre infortuni dello stesso tipo solo nelle ultime settimane. In questo caso intervengono le assicurazioni, ma i produttori di Prosecco e in particolare di Cartizze di Valdobbiadene e dintorni che in primavera sono vittime delle scorpacciate di germogli da parte dei caprioli devono sostanzialmente arrangiarsi. La preoccupazione degli esperti si allarga alle malattie che, una volta esplose, fanno strage di ungulati. Anche in Cansiglio.

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