Troppe nutrie in città Per loro “pillola” anticoncezionale

Povere nutrie: prima erano allevate per farne pellicce di pregiato “castorino” e adesso, da specie protetta, sono state declassate a semplici roditori. Proprio così: con la modifica della legge 157 vengono considerate al pari di topi, ratti e talpe. E non è solo un problema di forma, il nocciolo della vicenda riguarda la sostanza.
Prima dell’estate la competenza nel controllo della popolazione, che conta nella Provincia di Treviso circa 100 mila capi, era di competenza della Provincia. Adesso non più. Tecnicamente se ne dovrebbero occupare i Comuni e, a Ca’ Sugana, c’è chi pensa, mettendoci pure un po’ di fantasia, di affrontare la questione con una campagna di sterilizzazione a tappeto o, perché no?, considerando l’ipotesi di una pillola anticoncezionale da sciogliere in acqua. Idea, quest’ultima, che suscita più di qualche perplessità e più di qualche domanda, sull’esistenza in commercio di tale prodotto e, laddove si trovasse, sulla somministrazione dello stesso al malcapitato animale.
Bizzarrie a parte, la questione ha dei risvolti seri, sottolinea Samuele Venturini, biologo, esperto di nutrie, già assessore all’ambiente del Comune di Buccinasco. «Dall’11 agosto la nutria non è più considerata specie protetta, questo significa che non spetta più alle Province organizzare dei piani di contenimento», spiega Venturini, «ciò apre una pericolosa finestra sul bracconaggio. Attualmente chiunque può prendere una nutria, allevarla e farla riprodurre, oppure ucciderla senza conseguenze. È vero però che nelle trappole adoperate ci potrebbero finire anche gallinelle d’acqua, germani e altro».
Pare quindi decisamente più percorribile la strada della sterilizzazione già scelta da alcuni comuni, come Buccinasco e Fiesso D’artico, auspicata da Cuneo, Cesenatico e Pavia. «Se si sceglie la sterilizzazione bisogna intervenire in centri urbani, parchi e oasi, così da rendere a groviera la diffusione, spezzettando i vari gruppi di animali», continua Venturini. E Mirco Lorenzon, assessore provinciale all’agricoltura, boccia l'opzione derattizzazione: «Noi come Provincia siamo bloccati, penso però che non sia possibile derattizzare, visto che la nutria ha una stazza notevole. Ci sarebbe il problema dello smaltimento delle carcasse che devono essere sotterrate o incenerite». (v.c.)
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