Zona rossa al via a Treviso: controlli nei negozi e cento identificati
Il bilancio del debutto dopo il provvedimento prefettizio. Le verifiche verranno intensificate nei fine settimana

Un paio di auto della polizia fisse in via Roma, alcuni agenti a presidiare la zona, controllando e identificando persone o eseguendo verifiche all’interno dei negozi più a rischio. È il copione delle prime 24 ore di zona rossa a Treviso, il provvedimento emesso dal prefetto Angelo Sidoti dopo l’escalation di violenza e criminalità nel quadrante di via Roma.
Gli agenti della questura lunedì, 26 maggio, nel primo giorno di attuazione del provvedimento hanno controllato oltre cento persone, quaranta auto e tre negozi.
«Non si è verificato alcun episodio di rilievo né è stato necessario adottare provvedimenti di allontanamento da quel quadrante cittadino», fanno sapere dalla questura. I controlli proseguiranno in questi giorni – quaranta quelli di durata della zona rossa – con un aumento delle forze in campo nel weekend.
Le vie controllate
Come detto la zona rossa istituita nel vertice del 20 maggio scorso, non riguarda solo il quadrante della stazione e di via Roma, ma è stata estesa anche a tutta l’area di piazzale Duca d’Aosta; piazzetta Giustinian Recanati e vie afferenti; il quadrante della stazione delle corriere comprensivo di Lungosile Mattei; viale De Gasperi fino alla stazione; il quadrante di Porta Altinia con i giardinetti e viale Fratelli Bandiera fino a via Reggimento Italia Libera che chiuderà il perimetro con Riviera S. Margherita.
Nell’area rientra via Dandolo, dietro la stazione. Dallo spaccio alla piccola criminalità, è da oltre un ventennio che via Roma è in cima alla lista dei problemi di sicurezza trevigiani, ma, con il tempo, la situazione anziché migliorare è andata peggiorando. Ed ecco che a degrado e spaccio si sono affiancate aggressioni e rapine. Ultima quella subita da Halil Meral, titolare del kebab di via Roma e dalla sua famiglia.
A cosa serve
Ora in seguito al comportamento molesto di qualcuno che si trova all’interno dell’area identificata dalla prefettura ci sarà l’intervento degli agenti che inviteranno il soggetto ad allontanarsi dalla zona. Qualora l’ordine non venisse rispettato verrà contattata l’autorità giudiziaria che prenderà provvedimenti.
Soddisfatto il capogruppo della Lega Christian Schiavon: «Ben venga la zona rossa, se ne deve preoccupare chi teme le regole. Rimango basito per il fatto che uno degli arrestati per l’aggressione sia già libero». Esulta Davide Acampora (FdI), «Questa zona è finalmente tornata ai cittadini».
I limiti
Ma non tutti sono convinti dell’efficacia del provvedimento. Tra i commercianti e i residenti alcuni hanno definito troppo blando il provvedimento, altri hanno chiesto piuttosto un presidio fisso delle forze dell’ordine.
Per Fratelli d’Italia invece – non senza frizioni con Lega e sindaco Conte – la zona rossa andrebbe estesa anche altrove, per esempio a Santa Bona.
Lega-FdI, lite in commissione
E martedì sera, la commissione Lavori Pubblici ha regalato sul tema sicurezza un altro caso di “non allineamento” tra Lega e FdI, a conferma che la maggioranza di centrodestra è tutt’altro che solida.
Nicola Torresan (Lega), il presidente, ha presentato una mozione che chiedeva il ripristino della certezza della pena, per chi delinque, partendo dai fatti di via Roma. Ma Tocchetto e Rosi hanno eccepito che in Italia non è stata annullata la certezza della pena. «Obbrobrio giuridico», ha detto la consigliera Dem.
Ma è stato il meloniano Acampora a prendere le distanze, dicendo no alla mozione: «Non la voterò nemmeno in consiglio». Vana la difesa di Torresan, che ha replicato di averne parlato con il capogruppo FdI, Guido Bertolazzi: di fronte al muro di Acampora, Torresan l’ha ritirata. Commento di un consigliere di minoranza: «Pezo el tacon del sbrego».
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