Treviso, via Manin in crisi tra negozi chiusi e Ztl a metà

Una strada uccisa da caro affitti e mancanza di posti auto. Ormai serve solo come scorciatoia per piazza Duomo
Uno scorcio di via Manin
Uno scorcio di via Manin

TREVISO. Centrale e pure periferica anche più di altre strade del centro storico di Treviso. Parliamo di via Manin, che da molti anni ormai sembra avere più una vocazione di via di transito per macchine e mezzi commerciali, che non quella di una vetrina per la città.

E sì che da sempre il suo nome è sinonimo di centralità: “Stare in via Manin” vale come garanzia di trevigianità, ma nonostante questo la strada non è mai riuscita a decollare dal punto di vista commerciale: le vetrine continuano a chiudere e le nuove aperture dopo qualche tempo le preferiscono altri luoghi. La realtà è nelle serrande abbassate e nei fogli di cartone che coprono le vetrine dei negozi sfitti.

L’ultima uscita in ordine di tempo sarà il negozio “Idea Casa” (si trasferirà in Corso del Popolo a maggio) che aveva aperto lì appena un paio di anni fa subentrando a un’altra attività di piccolo arredamento a sua volta durata una paio d’anni appena. Ma negli ultimi mesi si contano la chiusura della “Piadineria”, che ha avuto una breve vita e poco intensa, fermata anzi tempo forse dal lockdown della scorsa primavera.

Prima ancora avevano spento le luci le vetrine di Svalduz, ampio e rinomatissimo affaccio di alta moda. Lo spazio lasciato vuoto, nonostante una invidiabile metratura di vetrine è lì, coperto da fogli di cartone. E proseguendo lungo la strada si vedono gli spazi sfitti da ormai anni della tabaccheria, che ha scelto di trasferirsi in un altro spazio in via Manin e ha lasciato il cartello affittasi in quello abbandonato. E si dice fatichino, e parecchio, anche altre realtà commerciali. Va meglio ai bar invece, che hanno il giro degli uffici, nonostante lo smart working.

C’è chi sussurra che la scelta di abbandonare la strada fatta da molti negozi possa essere riconducibile (oltre che agli affitti) alle scomodità a problemi relativi alla mancanza di fognature. Ma c’è anche chi, tra i negozianti, indica il traffico e la natura ibrida della strada come principale causa del suo insuccesso commerciale. La zona a traffico limitato (Ztl) che chiude la via solo nelle ore notturne lascia aperto il transito alle auto, ma la stragrande maggioranza di quel via vai non è portatore di commercio, ma solo di confusione e smog.

Chi passa, lo fa esclusivamente (o quasi) per raggiungere il Duomo da piazza Borsa. Macchine, furgoni, alle volte anche camion sfrecciano occupando il posto che potrebbe essere dei pedoni, delle biciclette e dei potenziali clienti qualora la strada diventasse effettivamente una Ztl a tempo pieno. Ma così non è mai stato nei programmi: ad oggi non ci sono progetti di chiusura definitiva di via Manin, il cui destino resta quello di essere strada a scorrimento, con marciapiede stretto e pochi spazi.

Poco distante da lì, l’altra traversa di scarico del traffico nel quadrante di piazza Borsa è via Toniolo. Ed anche lì, negli ultimi anni, le vetrine stentano a trovare inquilini che resistano all’aumento degli affitti e al calo dei clienti. Unico punto a suo favore, la fila dei parcheggi. Ma chi lascia l’auto in via Toniolo lo fa per andare poi altrove. Forse, la chiave del rilancio passerà, passata la crisi, nella riqualificazione di piazza Borsa e della Camera di Commercio. —


 

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