Il 26 aprile Mom con orario festivo: salta l’80% delle corse, scoppia la protesta
La giornata di ieri, 26 aprile, rientra nel piano di risparmio aziendale. Fit Cisl: «Un esperimento che ha danneggiato l’utenza»

C’è chi ha atteso a vuoto anche 40 minuti prima di cercare altri passaggi; chi è arrivato in ritardo al lavoro e chi alla fine ci è riuscito a salire sulla corriera e, per disperazione, ha insultato l’autista con le peggiori parole.
Il primo esperimento (comunicato solo con una nota sul sito internet) dell’azienda di trasporto pubblico cittadino, Mom, teso a risparmiare tagliando le corse, è stata una débâcle.
Ieri, sabato 26 aprile, in un giorno feriale anche se di “ponte”, sono state tagliate circa l’80% delle corse, come fosse un giorno festivo, per intenderci. «A rimetterci sono i lavoratori.
I lavoratori che ieri non sono riusciti a raggiungere il posto di lavoro perché non è passata la corriera e i lavoratori Mom che sono stati insultati e aggrediti, a ben ragione, dagli utenti», afferma Stefano Bergamin della Rsu Cisl Fit.
La decisione di Mom ha creato una serie di disagi e disservizi su tutta la rete del trasporto cittadino e della provincia. Alle persone soprattutto.
«Oltre al disservizio, è stato una situazione critica anche per i lavoratori che si sono ritrovati in una quarantina per fare il proprio lavoro». Gli autisti, attraverso il sindacato Fit Cisl, hanno richiesto un incontro all’azienda. «Si tratta di un esperimento deleterio che ha danneggiato sia l’utenza che chi guida, un’insolvenza molto grave», ha spiegato Bergamin, «questa variazione non è stata richiesta né dal sindacato, né dai lavoratori e le conseguenze le subisce chi viene già aggredito quotidianamente.
C’è qualcosa che non va: la proposta a Mom è stata fatta dall’ente di governo. Come è possibile che non abbiano comunicato adeguatamente la decisione? ».
Poi l’affondo del sindacalista: «Il primo ponte purtroppo l’abbiamo pagato e spero che serva da lezione. Io e i miei colleghi autisti abbiamo scelto di dire a tutti gli utenti di inondare di segnalazioni di proteste l’azienda. Questo è l’unico modo per far capire all’azienda che non può comportarsi così. Gli errori devono servire per insegnare qualcosa. Se dopo gli errori non si impara nulla, allora è solo un danno». —
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