Partecipò all’omicidio Ceschin, ora Joel risarcisce la famiglia

Negato il rito abbreviato al pentito del commando dei sicari che colpì due anni fa a Conegliano. L’avvocato: «Scelta prevista, ma rimane la possibilità di uno sconto di pena»

Marco Filippi
Joel Luciano Lorenzo dopo l’estradizione, alcune settimane fa
Joel Luciano Lorenzo dopo l’estradizione, alcune settimane fa

È stata respinta la richiesta di accedere al rito abbreviato avanzata dalla difesa di Joel Luciano Lorenzo, 26 anni, il “pentito” del commando di sicari che ha confessato di aver fatto parte, la sera del 22 giugno 2023, della spedizione punitiva ordinata dall’imprenditore Enzo Lorenzon per uccidere l’ex moglie Margherita Ceschin. In realtà, si trattava di una decisione scontata, come spiega il legale di Joel, l’avvocato Nicola Rinaldo del foro di Vicenza.

«È un atto dovuto per il mio cliente - spiega il legale di Joel, l’avvocato Nicola Rinaldo, che lo difende assieme alla collega Paola Isaia. - Davo per scontato che, essendogli contestate aggravanti da ergastolo come la premeditazione, il gup non lo avrebbe ammesso. Ma è una mossa che volevo fare per il futuro, nel caso la norma venga cambiata. In tal caso, se formalmente richiesto, lo sconto di un terzo della pena potrebbe essere comunque applicata retroattivamente».

Dall’udienza di ieri sono emerse altre novità. Quella più importante è che Joel, come promesso, ha già iniziato a risarcire i famigliari di Margherita Ceschin.

Martedì mattina, l’avvocato Rinaldo ha annunciato il primo versamento di mille euro fatto da Joel ad Elisabetta Lorenzon, una delle due figlie della vittima, che, attraverso l’avvocato Laura Pellegrino di Padova, ha espresso l’intenzione di costituirsi parte civile nel processo contro il sicario pentito, nell’udienza del primo ottobre prossimo davanti ai giudici della Corte d’Assise.

All’udienza l’avvocato Rinaldo ha anche preannunciato il proprio consenso per l’acquisizione in udienza degli atti d’indagine per accelerare i tempi del processo che dovrebbe esaurirsi in due o al massimo tre udienze.

Non si costituirà invece il fratello di Margherita Ceschin, Paolo, che, attraverso il suo legale, l’avvocato Aloma Piazza, spiega il motivo: «Il signor Paolo Ceschin prende atto del diverso atteggiamento processuale tenuto da Joel rispetto ad altri imputati che si sono permessi di ridere e insultare in udienza senza aver dimostrato pentimento e rispetto per i famigliari della vittima».

Com’è noto, Joel è infatti reo confesso ed è già comparso come testimone al processo in Corte d’Assise che vede Lorenzon ed altri quattro dominicani alla sbarra (tra i quali anche il fratello Sergio Antonio Luciano Lorenzo) per il delitto Ceschin. In una confessione-fiume Joel Luciano Lorenzo ha spiegato in aula ruoli e retroscena del delitto.

Joel Luciano Lorenzo è stato l’ultimo componente del commando di sicari, al soldo di Lorenzon, ad essere stato arrestato. Era il 25 ottobre dell’anno scorso quando la polizia dominicana lo scovò in casa di un parente, tradito da una telefonata alla madre, e lo arrestò su mandato di cattura internazionale.

La sua estradizione in Italia risale a gennaio. Lui non si oppose, attraverso il suo legale a Santo Domingo. Il motivo lo si saprà dopo un paio di mesi. Il 19 febbraio scorso Joel decide di parlare e vuotare il sacco, ammettendo di aver fatto parte della spedizione punitiva del 22 giugno del 2023.

Un mese più tardi, sempre nel carcere di Montorio a Verona, Joel, assistito dai suoi avvocati, si sottopone ad un secondo interrogatorio, davanti al pubblico ministero Permunian. In quell’occasione, fa nomi e cognomi dei complici e chiama in causa Lorenzon, confermando che sarebbe stato l’anziano imprenditore vitivinicolo ad assoldarli. Tutte accuse che Joel ribadisce all’udienza del 3 aprile scorso, durante il processo contro Lorenzon e complici.

Un’udienza a tratti drammatica con il presidente della Corte d’Assise Iuri De Biasi costretto ad espellere dall’aula il fratello del pentito, Sergio Antonio, che aveva con rabbia urlato contro Joel, spaccando anche un tavolino. Oltre a chiedere scusa ai famigliari, alle figlie e al fratello di Margherita Ceschin, con una lettera, Joel si è appunto impegnato, per quel poco che riuscirà, di risarcirli con il provento dei lavori in carcere.

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