Treviso, stretta sulla movida notturna: vietati gli spritz per la strada

TREVISO. Chi pensava che l’emergenza Covid fosse passata, e che la vita notturna della città potesse riprendere come prima, si sbagliava. Alla faccia di molti clienti, e di tantissimi ristoratori della movida, ieri da Ca’ Sugana è arrivata l’ordinanza che vieta ogni consumazione all’esterno dei locali ad esclusione di quelle che avvengono al tavolino. Così dalle 21 alle 3 di notte e per tutti i prossimi due fine settimana. Multe fino a 3000 euro. Cosa succederà da luglio? Tutto da vedere.
La gelata sui locali
Tra osti, ristoratori, baristi la voce di una possibile stretta circolava da qualche giorno, ma davanti al testo dell’ordinanza ieri il tam tam è scattato immediatamente. «Una mazzata», il commento più diffuso, visto che l’attività “da asporto” sulla strada, oltre ad essere la tipicità della vita serale cittadina, è anche l’elemento chiave dell’attività di moltissimi locali, e l’unico “respiro” per quanti magari ad oggi non hanno ancora realizzato o approvato l’ampliamento dei plateatici. «Cosa possiamo dire?», commenta un titolare del centro, «Dobbiamo tenere duro due settimane, poi speriamo che l’ordinanza venga ritirata. Altrimenti sì che saranno guai» . E c’è chi sussurra: «Almeno regole uguali per tutti...».
I controlli, la massa e le lamentele
A guidare la mano che ha scritto l’ordinanza, stando a quanto trapela, sarebbero state due diverse istanze. Da una parte quella di vari gruppi di residenti che hanno puntato il dito contro «ammassamenti fuori da moltissimi locali della città», soprattutto in orario serale. Dall’altra il fronte degli stessi baristi che in più di una occasione, in questo periodo di difficoltà, di nuovi plateatici e anche nuove aperture, ha iniziato a chiedere conto di «diversi trattamenti», quando non addirittura di «eccessiva tolleranza» nei confronti di «qualcuno meno ligio» alle norme. Di qui l’ordinanza, che i vigili ieri hanno consegnato porta a porta tra i locali.
Il comune teme la denuncia
«O ci si dà una regolata, o rischio io la denuncia». Questa la frase che il sindaco Conte avrebbe pronunciato più volte nei giorni scorsi a baristi e osti del centro spiegando la difficoltà del momento. A pesare, come messo nero su bianco dall’ordinanza, il fatto che «la riapertura dei pubblici esercizi ha prodotto in particolare nell’ultimo fine settimana, rilevanti fenomeni di assembramento di persone intente a consumare bevande in varie strade e piazze della città». La responsabilità sanitaria è in quota a Conte.
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