Treviso. "Sotto l’ex Provincia il tesoro nascosto delle mura antiche e le volte medievali"
Treviso Sotterranea e Italia Nostra scendono in campo. Il cantiere è stato bloccato per i ritrovamenti archeologici

I resti delle mura medievali o le tracce delle volte realizzate sopra il fiume Cantarane. Per Treviso Sotterranea il ritrovamento archeologico nel cantiere dell’ex Provincia, in viale Battisti, potrebbe essere tutt’altro che secondario. Anzi: potrebbe aver riportato alla luce un pezzo di storia della città.
«Non è difficile ipotizzare che siano le vecchie mura medievali, il perimetro passava esattamente lì. Tra l’altro anche durante il cantiere all’ex Zanotti ne sono state trovate tracce», dice Simone Piaser, presidente di Treviso Sotterranea, «Per una volta sarebbe bello portarle alla luce per esporle. Sono convinto che ne guadagnerebbero anche gli appartamenti che sorgeranno». È dello stesso avviso anche Umberto Zandigiacomi di Italia Nostra: «Sappiamo che si trovano lì. Mi sorprende di più il fatto che si sia progettato senza controllare cosa ci fosse nel sottosuolo, che non il ritrovamento in sé».
Il cantiere dell’ex Provincia dove Numeria sta realizzando nuovi appartamenti si trova infatti a pochi passi da una delle scoperte più interessanti fatte proprio dagli speleologi di Treviso Sotterranea: sotto via San Liberale, vicino al Besta, è stato ritrovato sottoterra il vecchio ponte sul Cantarane. E in corrispondenza di esso si trovava anche la vecchia Porta Santi Quaranta delle mura medievali. «Erano più alte di quelle rinascimentali, e all’esterno di esse in quel punto scorreva il vecchio Cantarane, che è stato poi coperto dalla strada ad inizio Novecento», aggiunge Piaser. In questi giorni nel cantiere dell’ex Provincia stanno lavorando gli archeologi della Sovrintendenza: una volta terminati gli scavi chiariranno le origini dei reperti rinvenuti una decina di giorni fa.
La prassi in città – adottata all’ex Zanotti e in piazza Santa Maria dei Battuti – è di registrare il reperto, inserirlo nella mappature e ricoprirlo. «Per una volta sarebbe bello tenerne almeno una parte alla luce», ribadisce Piaser.
Il cantiere dell’ex Provincia si deve fermare per rispettare le nuove restrizioni per arginare il coronavirus, e si dovranno fermare anche gli scavi degli archeologi, che da una settimana operavano sul sito tra viale Cesare Battisti e via San Liberale. Solo successivamente si ricomincerà a lavorare per realizzare il nuovo compendio residenziale di sei piani.
«Treviso non sa ancora cos’ha nel sottosuolo», aggiunge Zandigiacomi, che con Italia Nostra lancia la proposta di alcuni scavi “sondaggio” in diversi punti del centro storico: «Non servono grandi lavori, e molte risorse. Basterebbero piccoli scavi di due metri profondi altrettanto, in piazza Pola, vicino alla Loggia dei Cavalieri e al Battistero per iniziare. Si darebbe un impiego a giovani archeologi, e scopriremmo qualcosa di più della nostra città. Magari servirà ad accendere la curiosità. L’ultimo scavo in città risale ormai ad un quarantina di anni fa in piazzetta Sant’Andrea». —
Federico Cipolla
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