Il questore, 30 per cento di controlli in più: «Martelliamo in tutta Treviso
Dopo l’omicidio Favaretto, i controlli sul territorio a Treviso sono aumentati del 32%. Raddoppiati gli interventi contro l’intemperanza giovanile. Il Questore Alessandra Simone: «La zona rossa? Esperimento positivo, ma il controllo continuerà»

Segnalazioni di risse e disordini praticamente azzerate e un’esperienza zona rossa che, salvo sorprese, rimarrà confinata all’esperimento. L’approccio in materia di ordine pubblico è cambiato, traducendosi in attività di controllo più incisive che, dati alla mano, sembrano dare i frutti sperati. La svolta è arrivata dopo l’omicidio di Francesco Favaretto seguito da uno sforzo senza precedenti per restituire ai trevigiani la percezione di vivere in una città sicura.
Questore Alessandra Simone, andiamo con ordine. Si è conclusa nei giorni scorsi la sperimentazione della zona rossa, vogliamo fare un bilancio?
«Il bilancio è stato positivo perché si sono intensificati i servizi in quella zona. Anche se, ad onore del vero, dobbiamo dire che è da gennaio, dopo l’omicidio Favaretto, che martelliamo sulle varie zone della città con modalità diverse e più incisive».
In che misura sono stati rafforzati i controlli?
«Rispetto al primo semestre 2024 i servizi di prevenzione e controllo del territorio sono aumentati del 32% mentre i servizi di intemperanza giovanile sono raddoppiati, passando dal 22 a 43 e sono stati estesi anche ad altre giornate oltre al sabato. Abbiamo dato un segnale chiaro e lo prova che negli ultimi mesi le segnalazioni per risse e disordini si sono praticamente azzerate. Complessivamente nei primi sei mesi dell’anno le persone controllate sono passate da 2.170 nel 2024 a 7.414 nel 2025. Un risultato per cui devo ringraziare anche le altre forze dell’ordine».
Tornando alla zona rossa il prefetto Angelo Sidoti ha detto che potrebbe anche esserci una replica eventualmente a settembre.
«A settembre faremo una valutazione delle zone sensibili a partire proprio da via Roma e dal quadrante della stazione dove si era venuta a creare una situazione di maggiore insicurezza, da cui il provvedimento della zona rossa circoscritto proprio a quell’area. Va ricordato che zona rossa a parte le altre aree della città sono state ugualmente tenute in grande considerazione. Il monitoraggio continua, a fine estate si traccerà un altro bilancio».
È la sua prima estate da Questore di Treviso.
«Lo è, e ad ora non ci sono segnali che lasciano prevedere una recrudescenza di fatti criminosi che destano allarme sociale, per quanto sia giusto distinguere tra le diverse circostanze. Un alterco per strada non è una rissa ma ci rendiamo conto che crea comunque allarme nella cittadinanza: è il nostro dovere cogliere la sensibilità dei cittadini».
Quali sono i reati sui quali, almeno qui in questo territorio, non bisogna abbassare la guardia?
«In questa zona i furti in abitazione sono i reati maggiormente diffusi anche se magari destano meno allarme sociale rispetto alle risse. Seguono le truffe agli anziani anche se è bene ricordare che lì la prevenzione ha funzionato. Gli anziani sanno come comportarsi, perché tutti i consigli che vengono dati, tutta l’attività che viene fatta di prevenzione, li aiuta ad essere più presenti. La centrale operativa riceve di frequente segnalazioni di anziani che hanno sventato la truffa nella fase iniziale. A proposito di furti in abitazione abbiamo di recente fornito un vademecum di piccole accortezze che fanno la differenza. Tutti dobbiamo fare la nostra parte, noi con il controllo del territorio e i cittadini avendo cura di adottare i comportamenti corretti».
Di recente la Tribuna ha dedicato un servizio sulla prostituzione. La Squadra Mobile di Treviso ha concluso dei mesi scorsi un’operazione che ha svelato un giro di sfruttamento in centri massaggi gestiti da cinesi fra la Marca e il Padovano. Cosa si può fare per contrastare il fenomeno?
«È un fenomeno che sta crescendo moltissimo e l’unico modo per contrastarlo è monitorare queste realtà ed eseguire controlli sempre più capillari sul territorio, con un occhio particolare a questo genere di esercizi commerciali. Il nostro lavoro è un continuo aggiornamento: dobbiamo modularci a seconda dell’evoluzione delle varie specie di reato».
Per esempio?
«Il cyberbullismo e i reati informatici che stanno vivendo una crescita esponenziale in particolare la pedofilia e gli adescamenti online che avvengono attraverso i social e che chiedono un controllo ancora più capillare ma anche competenze informatiche di alto livello».
La questura di Treviso ha risorse umane a sufficienza?
«Ci sono e se non bastano le troviamo. Il commissariato di Conegliano è appena stato rafforzato di sei unità e altre due arriveranno a settembre». —
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