Treviso, si al registro delle ultime volontà

Dopo il caso Ravasin, l’assessore ai servizi demografici Anna Caterina Cabino annuncia il provvedimento: «a breve sarà aperto a tutti i cittadini»

Il piano è già scritto nero su bianco nel documento unico di programmazione del comune di Treviso, le cui linee generali sono state rese note a tutti i componenti della maggioranza già dai primi giorni di dicembre. E tra i punti fondamentali uno porta direttamente la giunta Manildo sul caso di Paolo Ravasin, morto di Sla dopo 15 anni di malattia e dopo essersi rifiutato di essere alimentato a forza dopo il suo crollo. «Ho inserito l’istituzione del registro delle direttive anticipate di trattamento sanitario» dice l’assessore  ai servizi demografici di Ca’Sugana Anna Caterina Cabino.

In pratica l’amministrazione comunale potrà ricevere e conservare all’interno di questo registro un documento che attesti le disposizioni in ordine ai trattamenti medici, che un cittadino intende o non intende consentire su di sé, quando si trova in una situazione di perdita di coscienza permanente o irreversibile.

«Questo registro – prosegue l’assessore - costituisce la risposta dell’amministrazione comunale alla libertà di scelta garantita ad ogni cittadino dalla nostra Costituzione. A parlare in tal senso è infatti l’articolo 32 della Costituzione italiana, secondo il quale nessuno può essere obbligato ad un trattamento sanitario».

Anche a quello di appellò Ravasin nella sua battagia, culminata nel 2008 con la registrazione del video in cui disponeva di non voler essere oggetto di accanimento terapeutico. Nel 2012 fu la nomina del fratello ad amministratore della sua vita a indicare con chiarezza che Paolo non aveva alcuna intenzione di recedere dalle decisioni prese.

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