Treviso, lo storico mercatino dei libri usati che resiste alla concorrenza del web

Il mercatino dell’usato aiuta le famiglie a sostenere le spese scolastiche. La presidente di Confesercenti: «Opportunità da non sprecare»

Costanza Valdina
Una volontaria sistema una pila di testi scolastici degli istituti superiori
Una volontaria sistema una pila di testi scolastici degli istituti superiori

​​​​Da oltre trent’anni, nel convento dei Carmelitani Scalzi di Treviso, i testi scolastici trovano una seconda vita. Non finiscono accatastati in soffitte polverose né nei bidoni della carta, ma vengono rimessi in circolo grazie al Mercatino del libro, promosso dall’associazione Madeleine Delbrê.

L’edizione 2025 è pronta a partire. Il mercatino accetta e propone libri scolastici di tutti gli istituti superiori della Marca, senza distinzione. Fino al 13 settembre si raccoglieranno i testi usati, mentre dal 9 al 20 settembre prenderà il via la vendita. Tutti i pomeriggi dal lunedì al sabato, a partire dalle 17 fino alle 18.30. E anche oltre, all’occorrenza.

Ogni anno l’iniziativa offre un aiuto concreto a centinaia di famiglie che faticano a sostenere il caro prezzi. Non c’è un conteggio ufficiale dei partecipanti, ma le code all’ingresso, le prenotazioni, gli orari di lavoro prolungati parlano da sé.

Un circolo virtuoso

«Il mercatino è gestito quasi interamente da studenti delle scuole superiori», racconta Damiano Grespan, uno dei responsabili, «sono loro a controllare i testi, aiutare le persone, gestire la logistica. Gli adulti si limitano a supervisionare. Il cuore operativo sono i ragazzi».

I testi vengono controllati uno a uno. Devono essere ancora in adozione, ma c’è un occhio di riguardo per quelli che, pur non ufficialmente in lista, continuano a essere utilizzati dagli insegnanti.

I libri non riutilizzabili possono essere lasciati per lo smaltimento, sempre a fronte di un’offerta libera. «Vengono venduti a metà del prezzo di copertina. Si sale solo un po’ se il volume è nuovo o praticamente intatto. E si arrotonda per comodità, ai 50 centesimi o all’euro», spiega, «il ricavato viene devoluto in beneficenza, per sostenere i progetti missionari dei padri carmelitani. È un modo per chiudere il cerchio: aiutiamo chi ha bisogno qui e altrove».

Una tradizione che resiste

Negli anni il mercatino ha attraversato cambiamenti, ostacoli e perfino una pandemia. «Durante il Covid abbiamo installato una tensostruttura all’esterno per poter continuare a lavorare in sicurezza», racconta, «non ci siamo mai fermati».

Nonostante la concorrenza online il mercatino resiste. Anzi, si rinnova ogni anno con nuovi volontari. «I ragazzi più grandi affiancano gli ultimi arrivati», conclude, «così si tramandano le competenze, ma soprattutto si creano relazioni che spesso vanno oltre questi giorni di volontariato».

Il ritorno all’usato

Sempre più librerie e cartolibrerie indipendenti stanno abbandonando la vendita dei testi scolastici nuovi, spesso insostenibile per i piccoli esercenti. Lo conferma Cristina Giussani, la presidente di Confesercenti Veneto, da anni libraia della veneziana Mare di Carta.

«È un’opportunità da non sprecare. Molti colleghi in tutta Italia stanno mollando la scolastica nuova», spiega, «l’usato invece funziona e la richiesta è alta, soprattutto nei settori tecnici e nelle scuole in cui i libri cambiano poco di anno in anno».

L’introduzione di contenuti digitali accessibili solo tramite codici monouso genera qualche problema. «Un codice digitale valido un solo anno può limitare la fruizione del libro usato, ma non lo rende inutilizzabile», osserva, «anche le modifiche nell’impaginazione si possono gestire con un po’ di flessibilità».

L’usato non è solo una risposta economica, ma anche una scelta sostenibile adottata già dal 20% delle famiglie trevigiane, secondo i dati forniti da Adico. «Parliamo di testi utilizzati solo per pochi mesi e spesso solo in parte. Riutilizzarli non compromette la qualità dell’apprendimento», conclude, «l’usato riduce gli sprechi, allunga la vita dei materiali e alleggerisce l’impatto ambientale. È una forma concreta di economia circolare, alla portata di tutti».

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