Treviso punta sui discendenti veneti in Sud America per colmare la carenza di manodopera
Oltre 500 candidature dall’Argentina e dal Brasile per lavorare nella Marca. Si cercano operai, personale sanitario e figure per turismo e manifatturiero. La Camera di Commercio al lavoro per accordi e protocolli

Porte aperte ai lavoratori italo-sudamericani, la Camera di Commercio è pronta a dare una mano per (ri)portare nella Marca i discendenti dei trevigiani per colmare il gap di manodopera.
Oltre 500 candidature sono già pervenute da Argentina e Brasile: a guidare questa potenziale "chiamata alle armi" è una rete di associazioni e istituzioni che sta lavorando per rendere l'operazione una realtà. Al centro del movimento vi sono realtà come il Comitato delle Associazioni Venete dell’Argentina, che ha raccolto un numerosi nominativi e si è fatto portavoce di questa disponibilità: non solo operai specializzati ma anche personale laureato che potrebbe, per esempio, ricoprire ruoli in ospedale. Insieme a loro, l’Associazione Trevisani nel Mondo si inserisce come facilitatore, creando un ponte tra i discendenti trevigiani in Sud America e le esigenze delle imprese della Marca.
La strada da percorrere, però, richiede una pianificazione strategica. Il prossimo passo per formalizzare l'afflusso di lavoratori sarà la stipula di protocolli d’intesa con enti italiani. Tra i principali attori chiamati a partecipare a questo tavolo di discussione vi sono la Camera di Commercio e Veneto Lavoro.
Sul progetto c’è l’ottimismo di Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno e componente del consiglio generale di Assocamerestero: "Abbiamo già discusso la richiesta di manodopera del nostro Paese con l'ambasciatore italiano - afferma - In Argentina e in Brasile abbiamo solide comunità di origine italiana e c'è una massima disponibilità a collaborare con realtà come Trevisani nel Mondo. Un lavoro di rete che si potrebbe sviluppare attraverso le tre Camere di Commercio in Argentina e le cinque in Brasile, per identificare le professionalità e le competenze necessarie. Ci sono le potenzialità per fare un lavoro importantissimo usando il forte collante dell’italianità”.
La richiesta di manodopera non si limita a un settore specifico, ma si estende a diverse aree per l'economia locale. "Mancano figure legate al sociale, come professioni infermieristiche e operatori socio-sanitari per le case di riposo - specifica Pozza - Ma la carenza si sente anche nel manifatturiero e nel turismo. Non c'è un limite, possiamo spaziare in qualsiasi mansione.”
Ma il percorso non è privo di ostacoli. "Il problema è dare un alloggio, altrimenti i lavoratori non vengono - ammonisce il presidente - Inoltre, bisogna garantire un contratto di lavoro lungo, perché poi potrebbero portarsi la famiglia o cercare di realizzarla qui."
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