Treviso, la Madonna del Pavejo torna a S.Lucia

TREVISO. Dopo due anni di restauro la Madonna del Pavejo è tornata a casa. L'immagine sacra della Vergine con la farfalla è stata ricollocata nella chiesa di Santa Lucia, all'interno della cappella del Crocifisso. Ora un gruppo di studiosi, coordinati dall'architetto Maria Sole Crespi, sta provando a risolvere il rebus che circonda l'affresco, più volte rimaneggiato nei secoli e quasi unico per la tipologia di soggetto raffigurato e per l'allegoria della farfalla. La ricerca punterà a scavare nei secoli per capire come l'opera sia stata modificata nel tempo, cercando di rintracciare gli autori che vi hanno lasciato traccia, i luoghi che hanno accolto la Madonna del Pavejo e il tipo di pubblico per il quale è stata concepita l'immagine sacra.
Poche le informazioni a disposizione degli studiosi trevigiani che avvieranno un'indagine storico-architettonica ma anche storico-artistica della raffigurazione, con l'obiettivo di realizzare una pubblicazione finale sull'affresco, rispolverando la sua travagliata storia. Punto di partenza sarà l'analisi dei due angeli che sovrastano la Madonna, a destra e a sinistra, reggendo una specie di “sipario”, che sono stati attribuiti a Tommaso da Modena (1326-1379), perché il loro stile pittorico è somigliante alla mano che ha realizzato le Storie di Sant’Orsola, conservate al Museo di Santa Caterina. Ma il resto della rappresentazione, pesantemente ritoccata nei secoli, rimane avvolto nel mistero. Tra le ipotesi per spiegarne il significato c'è chi dice che la Madonna del Pavejo fosse un'immagine venerata dai prigionieri, visto che l’antica chiesa di Santa Maria delle Carceri, ora adibita a sagrestia di San Vito, fu edificata dove si trovava una prigione, e che il “pavejo” del titolo alluda a una farfalla (dal francese papillon), ora scomparsa dall’affresco, con cui il Bambino Gesù giocava. A sostenere l’intervento Inner Wheel Treviso.
Valentina Calzavara
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