Treviso. Il palazzo del ’400 diventa B&b. Cinque suite tra gli affreschi

Ieri l’inaugurazione della riqualificazione dell’edificio storico in via Collalto, dedicato al turismo. Interni tra design e recupero artistico curati dallo studio Mzc+. Un alloggio accessibile ai disabili 
PRANDI AG.FOTOFILM TREVISO INAUGURAZIONE LOCAZIONE TURISTICA -LEONI DI COLLALTO PALACE-
PRANDI AG.FOTOFILM TREVISO INAUGURAZIONE LOCAZIONE TURISTICA -LEONI DI COLLALTO PALACE-

Il restauro

Un’operazione immobiliare da due milioni e mezzo di euro che ha restituito alla città una facciata con affreschi del 1400 e una locazione turistica extralusso, è quella firmata dalla famiglia di Ivano Buso, che ha inaugurato ieri con i figli Alessandro, Carlo e Krizia il “Leoni di Collalto Palace” in via Collalto 13 a Treviso. La famiglia Buso, fondatrice dell’azienda Cofiloc, ceduta alla francese Kiloutov nel 2017, ma di cui Carlo è ancora amministratore delegato, ha creduto in un progetto nato non solo per ricavare una locazione turistica a breve termine con cinque appartamenti muniti di cucina, bagni con doccia emozionale e arredi di design, ma anche come opera di riqualificazione urbana di uno stabile storico in stato di decadenza e ormai pregno d’infiltrazioni, che sotto la crosta nera di una copertura risalente al 1930 nascondeva un tesoro.

«Gli affreschi sono stati scoperti in itinere – racconta il capostipite Ivano Buso – e con la supervisione della soprintendenza li abbiamo voluti restaurare perché quest’opera sopravvivesse, e i due leoni apparsi potessero affacciarsi sulla strada ed essere ammirati nel loro splendore, mentre altre decorazioni costeggiano la scalinata interna dell’edificio».

Opera di recupero, durata due anni, che si è rivelata complessa e dagli esiti architettonicamente inediti nella città. «Siamo riusciti a far convivere in modo armonico l’impianto in stile razionalista della facciata del 1930 con gli affreschi quattrocenteschi – spiega l’architetto Fabio Zampiero che ha curato i lavori – tenendo per gli interni lo stesso connubio tra le antiche origini del palazzo e un arredo moderno, con opere d’arte contemporanee».

La struttura sarà affidata ad un gestore trevigiano in fase di definizione e si rivolge ad un cliente di fascia alta. «Il prezzo di lancio a notte va dai 180 ai 280 euro a seconda del locale e con una prenotazione minima richiesta di due notti – spiega Carlo Buso – ma il nostro scopo non è affittare una stanza quanto un’esperienza unica, data sia dall’arredamento sia dal palazzo, con dei terrazzini interni che ti fanno sentire trevigiano anche se non lo sei».

I nomi degli appartamenti omaggiano grandi personalità della cultura locale da Giuseppe Mazzotti a Sante Cancian, da Francesco Maria Bomben a Ignazio Spergher e Giovanni Anastasio Pozzobon. Aprire in piena crisi post covid non fa paura? «Le indagini di mercato ci dicono che le strutture ricettive di lusso sono tutte piene – risponde Carlo Buso – la nostra proposta si distingue sul mercato e onora la vicinanza di Treviso con Venezia. Siamo inoltre impegnati in un’altra operazione immobiliare extralusso in via Bafile a Jesolo, un complesso con 40 locali, 5 negozi e 2 attici».

Presenti all’inaugurazione anche una delegazione di atleti del Benetton Rugby, ingaggiati per una campagna promozionale e il sindaco di Treviso Mario Conte. «La famiglia Buso ci è stata vicina anche con importanti donazioni per il nostro fondo covid a sostegno delle famiglie in difficoltà – ha ringraziato il primo cittadino – e questo nuova riqualificazione dà forza alla ripresa del centro storico di Treviso, che solo 120 giorni fa registrava un incremento turistico del +8,6%, da recuperare adesso». —

Elena Grassi
 

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