Treviso, «Ho conquistato Briatore con la mia pagina Twitter»

TREVISO. Quando il sogno americano è “Made in Italy”. Nel 1994 il titolo mondiale di Formula 1 arriva a Treviso, con la scuderia Benetton Formula, Flavio Briatore e Michael Schumacher. È qui che il sogno prende forma e inizia, giorno dopo giorno, a diventare realtà: questa è la storia di Roberto Buzzatti, di Treviso, classe 1976, una splendida famiglia e un lavoro sicuro, dipendente di BNL Spa.
In banca, dopo la gavetta Roberto diventa direttore di agenzia scoprendo, però, che quel lavoro non lo sente suo. C’è un buco, quella voglia di dimostrare che, a volte, i sogni non sono solo tali. Essere dipendente lo priva dalla possibilità di esprimersi e di mettere in atto quella voglia di imprenditoria che spinge per uscire. E così, nel 2014 basta una notte per decidere. Una notte in cui sta facendo zapping prima di dormire, tra un canale e l’altro, e si imbatte nella trasmissione “The Apprentice”, in cui il super manager Briatore cerca giovani promesse da assumere nelle sue società.
Puntata dopo puntata Roberto si convince che quella è la sua strada. Decide di provarci, iscriversi e vincere. Ma la terza edizione non va mai in onda. Come fare allora per trasformare il sogno in realtà, e farsi notare da Briatore? Roberto non si arrende. «Scartai subito l’idea di mandare un curriculum a Billionaire Life, la sua società: quando mai l’avrebbero preso in considerazione?» racconta. «Dovevo trovare una strada per mettermi in evidenza facendo qualcosa che lui non potesse non notare». In quel momento decide di giocare le sue carte su ciò che sente proprio: puntare sui social media, scegliendoTwitter, dove Briatore è sempre molto presente.
«Cominciai quindi a raccontare di lui, delle sue attività e di ogni cosa che potesse suscitare nei follower attenzione e curiosità». Così facendo Roberto inizia ad avere migliaia di seguaci finché un giorno il tycoon italiano lo retwitta. È solo l’inizio. Succede una, due, dieci, 130 volte in due anni fino a che non sceglie di seguirlo. Un tale endorsement procura una crescita vertiginosa in termini di follower prima e di influenza poi. Politici, giornalisti, personaggi dello spettacolo: tutti lo cercano e il sogno si avvicina ogni giorno di più.
Manca sempre l’incontro con “lui”, ma anche per questo è solo questione di tempo. «Riuscii a incontrarlo più volte a Porto Cervo e poi a Monaco. Ogni volta un’emozione, ogni volta un arrembaggio, ogni volta una foto insieme. Non era vanità ma voglia di coronare il mio progetto, tanto che il mio network di contatti cresce e ben presto le relazioni con il mondo dei brand di Briatore diventano reali, non mediate dai social, ma tangibili e in carne e ossa». Alla fine la svolta arriva. Il mezzo (i social) per raggiungere il fine (lavorare per Briatore) diventa il fine stesso: dopo due anni di perseveranza e ambizione il Gruppo Billionaire Life gli affida la gestione di alcuni dei loro social media.
«Ce l’avevo fatta. Non ci credevo» ricorda oggi Roberto. «Cominciai con la gestione dei social media di Twiga Monte Carlo, poi Billionaire Resort e Lion in the Sun, poi l’apertura delle pagine di Billionaire Life e infine, con un’emozione indescrivibile alla prima pubblicazione, Billionaire Porto Cervo, dove tutto ebbe inizio». Roberto ce l’ha fatta. In quasi quattro anni la sua vita cambia, e anche dal punto di vista professionale le competenze acquisite diventano preziose. Tecnicamente non è un “influencer” ma un comunicatore che mette al servizio di personaggi pubblici, imprenditori e aziende la propria esperienza per sostenere e far crescere il loro brand.
Adesso Roberto ha dato le dimissioni dalla banca ma ha deciso di restituire all’Italia e ai suoi imprenditori una parte di quanto ha ricevuto. In un momento in cui tanti scelgono di costruirisi un futuro professionale all’estero (e lui avrebbe potuto farlo) la decisione controcorrente.
«In un contesto italiano difficile in cui il lavoro manca, pur avendone uno ben pagato e sicuro, ho saputo creare qualcosa di nuovo trasformandolo in una fonte di reddito. Devo ringraziare la mia testardaggine se ora posso dire “ce l’ho fatta” e mi sento in dovere di mettere le mie capacità al servizio di tutti quegli imprenditori che, con i social, vogliono fare il salto di qualità per far ripartire l’economia e portare l’Italia al posto che merita. Qualcuno mi dà del folle. Forse un po’ lo sono, ma perché regalare ad altri paesi ciò che invece ci rende unici? Forza di volontà e capacità. Ecco perché resto in Italia e voglio aiutare chiunque voglia inseguire il suo sogno».
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