Treviso, riconosciuti i figli delle coppie omogenitoriali: c’è il “sì” del Comune

Una svolta che semplifica l'iter burocratico e garantisce pieni diritti ai bambini nati da PMA eterologa praticata all’estero

Valentina Calzavara
L’avvocata Valentina Pizzol
L’avvocata Valentina Pizzol

Il Comune di Treviso accoglie la sentenza della Corte costituzionale e apre ufficialmente alla possibilità per le coppie omosessuali di registrare davanti all’Ufficiale di Stato Civile, i loro figli, vedendo riconosciuti entrambi i genitori: sia la madre biologica (l’unica finora presente nel documento d’identità), sia la compagna (cioè, la madre non partoriente).

Vincono le mamme 

Per l’avvocata Valentina Pizzol - che segue tre coppie in attesa di riconoscimento (una decina quelle nella medesima situazione nel capoluogo) - una vera e propria svolta: «Le tre coppie che assisto hanno tentato nel passato di ottenere il riconoscimento alla nascita del figlio, sempre rifiutato dal Comune di Treviso adducendo la giurisprudenza granitica del “no”» spiega l’avvocata Pizzol.

Ora il pronunciamento della Corte costituzionale ha portato l’ente trevigiano ad adeguarsi, aprendo alla registrazione di entrambe le madri (biologica e d’intenzione) nell’atto di nascita.

«In ottemperanza alla sentenza 68/2025, si conferma che i nati da procreazione medicalmente assistita eterologa praticata all’estero, in conformità con le normative locali, vedono riconosciuto lo stato di figlio anche in capo alla donna che ha espresso il proprio consenso preventivo a tali tecniche» assumendosi la «responsabilità genitoriale».

Lo ha messo nero su bianco l’Ufficiale di Stato Civile, Thomas Stigari, in risposta alla richiesta di informazioni inviata con Pec da parte dell’avvocata Pizzol.

«Il Comune di Treviso mi ha quindi formalmente risposto che procederà subito alla formazione degli atti di nascita e ai riconoscimenti successivi, ottemperando a quanto dice la Corte costituzionale in tema di coppie omogenitoriali. Nessuna attesa, nessun dubbio. Si fa» aggiunge con soddisfazione la legale.

Un passo avanti 

Una conquista importante che viene estesa sia alle future coppie di genitori arcobaleno, sia a quanti, per poter vedere scritto il nome di entrambi i genitori nei documenti del figlio, avevano nel frattempo avviato la pratica di adozione per bypassare l’ostacolo.

«Un iter lungo, che richiede almeno un paio d’anni dal momento del ricorso, senza dimenticare la fatica, le indagini da parte dei servizi sociali, i costi legali e il paradosso di dover adottare un figlio che, per il genitore d’intenzione, è già suo a tutti gli effetti, ma finora, in attesa della sentenza di adozione, non vedeva garantiti i diritti al mantenimento o quelli successori» evidenzia Pizzol, plaudendo alla posizione tenuta da Ca’ Sugana, «visto che altri Comuni stanno invece facendo ostruzionismo, tirando in ballo la burocrazia per prendere tempo».

D’ora in poi, i figli delle coppie omogenitoriali del capoluogo avranno indicati entrambi i genitori nei documenti. Conclude Pizzol: «Questo è un sollievo per le coppie, anche se il bambino figlio di due donne avrà indicata nella carta d’identità la madre biologica come madre, e il nome dell’altra donna alla voce padre. Una stortura che andrebbe risolta, ripristinando a livello nazionale la dicitura Genitore o chi ne fa le veci».

 

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