Treviso, Ferracin chiude dopo 38 anni: «Col Covid troppe incertezze»

TREVISO. La griffe di abbigliamento Ferracin lascia il centro storico di Treviso dopo 38 anni di attività. Il noto negozio di viale Cadorna chiuderà in estate, quando ancora non si sa, ma sarà di certo un addio che peserà nel panorama di una città che commercialmente soffre da mesi.
A indurre la decisione del gruppo (che conta altri quattro punti vendita tra Refrontolo, Conegliano e Susegana) una serie di concause. La prima, e di sicuro fondamentale, il Covid. «Dopo un anno di difficoltà tra aperture chiusure e limitazioni e con la grande incertezza per il futuro» dice il titolare Francesco Ferracin, «ci siamo trovati nelle condizioni di dover operare delle scelte per il benessere della società e per il contenimento delle perdite dovute all’emergenza sanitaria».
La politica del marchio, spiegano dalla famiglia, è sempre stata quella di investire sui punti vendita e così aveva fatto anche a Treviso ad inizio del 2000 rinnovando i locali. «Ma avevamo deciso di darci una linea chiara, improntata all’acquisto dei nostri spazi commerciali» sottolinea il titolare. Di qui l’avvio di una trattativa con la proprietà del negozio di viale Cadorna, con la quale il gruppo ha ormai da anni un rodato e ottimo rapporto. Davanti all’ipotesi di vendere lo spazio al pianterreno del palazzo però la proprietà ha detto alt. «Ci siamo quindi trovati davanti un bivio: da una parte affittare ancora e per lungo tempo, mantenendo aperto e sperando nella fine di questo difficilissimo periodo; dall’altra chiudere, fermarsi, aspettare».
I Ferracin hanno scelto questa seconda ipotesi operando un contenimento costi «che permetterà di salvaguardare l’impresa e anche guardare al futuro». Quello a Treviso è un addio, oggi, ma non è detto che un domani possa riservare delle inaspettate sorprese.
«Noi siamo molto affezionati a Treviso, e dopo 38 anni non potrebbe essere altrimenti. Saremo ben lieti di ritornare sulla piazza e non è detto che non lo faremo un futuro» spiega Francesco, «di sicuro però non quest’anno e forse nemmeno l’anno prossimo. Poi, si vedrà. Ci sono troppe incertezze per giustificare i sostanziosi investimenti che vorremmo fare, meglio rallentare e guardarsi attorno».
Le limitazioni alle aperture, il fermo dei matrimoni e delle cerimonie che costituivano uno dei punti di forza nelle vendite, la contrazione degli acquisti portata anche dal lockdown sono state una bastonata. Per Ferracin e per tanti altri. Il lancio nell’on-line? Un’occasione sfruttata da tanti – Ferracin compreso – ma non di certo un canale portatore di ricavi tali da compensare i fatturati mancanti. In città, dall’inizio della pandemia, sono molte le vetrine che soffrono lo stesso male. —
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