Treviso: corsa al vaccino, attesa di tre mesi per il “B”

TREVISO. «Le meningiti non sono tutte uguali. Bisogna distinguere le forme infettive da quelle che non lo sono». A fare chiarezza è il dottor Giovanni Gallo del Dipartimento di Prevenzione di Treviso. Il caso dell'anziana ricoverata all'ospedale di Montebelluna per una meningite da pneumococco (non trasmissibile), nulla ha a che vedere con l'epidemia registrata nel dicembre del 2007 nella Marca quando è scattato il piano di vaccinazione di massa per arrestare il focolaio di meningococco di tipo C. All'epoca si erano verificati 8 casi di meningite e 3 dei contagiati sono morti. Negli ultimi mesi l'attenzione è tornata a salire nel Centro Italia per lo stesso tipo di batterio (sia di tipo C sia di tipo B). Diversi contagi in Toscana, vittime nel Napoletano, a Roma e in Liguria. Nonostante l'Istituto Superiore di Sanità abbia evidenziato che l'incidenza dell'infezione è in linea con il passato, molti cittadini anche nel Trevigiano stanno richiedendo la vaccinazione.
«Indubbiamente la sensibilità delle persone verso la meningite è cresciuta. Se ne parla molto e stiamo registrando un aumento delle richieste, anche di persone che vanno dai 50 ai 70 anni, una fascia d'età poco a rischio» conferma il dottor Gallo. Per rispondere alla domanda si procede dando priorità alle vaccinazioni del calendario e poi a tutte le altre richieste. Crescono quindi le prenotazioni e con esse i tempi di attesa.
Ticket e 3 mesi d’attesa. Per un soggetto adulto che vuole sottoporsi a profilassi, la prestazione prevede il pagamento di un ticket e l'appuntamento è assegnato a marzo. Ecco le istruzioni su come difendersi dalla meningite.
Cos'è la meningite. «La meningite è un'infiammazione delle meningi, le membrane che avvolgono il cervello» spiega il dottor Gallo. «Il meningococco è il germe più importante per la patologia. Questo batterio vive nelle vie respiratorie, il naso e la gola, e si trasmette da persona a persona attraverso le goccioline di saliva. Si stima che il 20% degli adolescenti ne sia portatore sano, ma in una percentuale di casi si sviluppa la malattia che può dare esiti molto gravi come sepsi e decesso».
I soggetti più a rischio. Nel decalogo redatto dall'Istituto Superiore di Sanità la vaccinazione negli adulti viene classificata come «non raccomandata» a meno che non siano presenti fattori di rischio o particolari malattie quali talassemia, diabete, disturbi epatici gravi e immunodeficienze. Il rischio di contratte la patologia aumenta nei bambini piccoli, negli adolescenti e nei giovani adulti. Per questo il vaccino è fortemente consigliato per i lattanti che vanno all'asilo, i ragazzi che vivono in collegi, frequentano luoghi affollati come discoteche o dormitori.
Come funziona la vaccinazione. Esistono tre tipi di vaccinazione. «La vaccinazione non è obbligatoria ma il siero anti-meningococco B viene offerto gratuitamente ai bambini nati dal 1° gennaio 2015. Invece il vaccino anti-meningococco C è gratuito da circa dieci anni per tutti i nuovi nati, e ora, al suo posto, viene somministrato il tetravalente coniugato che protegge dai sierogruppi A, C, Y, W135 (per il quale è consigliato un richiamo nell'adolescenza o la somministrazione per quegli adolescenti che non si sono vaccinati da bambini)», spiega l'esperto.
I costi. Il vaccino (B e C) è gratuito per i nuovi nati. In tutti gli altri casi è previsto il pagamento di un ticket sanitario. Per l'anti-meningococco di tipo B il costo è di 50 euro sotto i 18 anni e di 83 euro sopra i 18 anni. Per il tetravalente (per i ceppi A, C, Y e W135) la spesa, sopra l’anno d’età, è di 46 euro indipendentemente dall'età.
Contatti. Per info Punto Unico Vaccinazioni, 0422 323866 dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30.
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