Nuovo porticciolo sul Sile, ecco il progetto per l’Enio Nardi di Casier

Il piano è ambizioso, l’amministrazione punta a ottenere i fondi per il cantiere da un finanziamento del Ministero del Turismo. Il sindaco: «Un punto di importanza strategica che indubbiamente si estende oltre i confini comunali»

Federico De Wolanski
Un rendering del progetto
Un rendering del progetto

Il campanile che si riflette sull’acqua, l’ansa del Sile che si allarga tra la chiesa e gli edifici storici, gli ormeggi che un tempo servivano i burci e che oggi accolgono tra le piccole imbarcazioni anche il ketch della Lega Navale, che l’ha scelto non a caso come approdo e base operativa in provincia.

È uno dei luoghi più iconici della provincia di Treviso. È il porticciolo Enio Nardi, da tutti conosciuto come il porticciolo di Casier: scorcio simbolo della Marca, antico approdo che l’amministrazione comunale di Casier dopo anni dagli ultimi interventi intende riqualificare, anche e soprattutto in virtù del suo essere una tappa classica del turismo di Marca.

Lo mette nero su bianco la stessa giunta guidata da Renzo Carraretto che ritiene «indifferibile la manutenzione del porticciolo» ma soprattutto «la riqualificazione e valorizzazione turistica di tutta la darsena per stimolare e ravvivare il tessuto sociale che gravita attorno a tale approdo fluviale, le attività economiche che vi si affacciano» visto che si parla di «un punto di importanza strategica che indubbiamente si estende oltre i confini comunali».

Il piano è ambizioso, l’amministrazione punta a ottenere i fondi per il cantiere (650 mila euro) da un finanziamento del Ministero del Turismo. Parteciperà ad un bando ed ha selezionato il progetto tra tre proposte redatte dallo studio di architettura TB Quadro, scegliendo quello che a detta dell’amministrazione offre il «miglior rapporto tra costi e benefici per la collettività e per l’ambiente, in relazione alle specifiche esigenze...anche in considerazione delle attuali esigenze e delle iniziative programmatiche di sviluppo turistico dell’area».

Il porto intitolato a Enio Nardi (storico velista trevigiano) è infatti il baricentro di una rete economica e turistica che va ben oltre Casier allungandosi sulla Greenway del Sile (la ciclabile Treviso-Venezia), navigando il Sile lungo il quale stanno fiorendo attività sportive e ricettive dal capoluogo a Quarto d’Altino; per non parlare poi della vicina darsena delle houseboat “Le boat”, che da anni ha concentrato tra Casier e Casale sul Sile un turismo internazionale che vive gli approdi lungofiume.

La barriera delle chiuse di Sile resta l’irrisolto freno al collegamento diretto tra Laguna e città, ma c’è chi sogna di scioglierlo. Lo aveva proposto anche il patron del restauro dei Mulini Mandelli, che non a caso ha riconfigurato la sponda del fiume davanti agli storici edifici immaginando un domani il possibile ormeggio di piccole imbarcazioni.

Storia simile, destino ad oggi completamente diverso invece per l’altro porto storico del Sile: Silea. Il luogo potrebbe essere altrettanto pittoresco e nodale, ma la sovrapposizioni di poteri sovralocali ha frenato per anni una sua riqualificazione ed oggi è inagibile.

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