Poste, 14 mila cartelle esattoriali ferme in 4 depositi della Marca
Il sindacato solleva il caso: la scoperta a Treviso in via Castagnole, poi Olmi, Ponzano e Roncade. Da due anni giacciono avvisi erariali, accertamenti Imu, bolli non pagati. Slc-Cgil: «Pronti agli esposti»

Quattordicimila cartelle esattoriali dell'Agenzia delle Entrate giacciono al deposito di Poste Italiane in via Castagnole a Treviso e i punti distribuzione di Olmi, Ponzano, Roncade. Cartelle accatastate e mai consegnate, risalenti persino al 2023. A denunciare il clamoroso disservizio è Slc-Cgil Veneto (lavoratori della comunicazione) che, a tutela dell'utenza, si dichiara pronta «a perseguire tutte le strade possibili». Traduzione: anche a presentare esposti alle autorità.
Lunedì mattina, 17 marzo, nel corso di un periodico controllo sindacale, la scoperta dell'incredibile numero di atti non distribuiti. Interpellata sulla vicenda, Poste Italiane preferito non replicare né rilasciare dichiarazioni.
«Non è solo colpa della mancanza di personale, ma la presenza di atti fermi da due anni fa anche pensare che non ci sia la volontà di dare qualità al servizio», attacca Marco D'Auria, segretario Slc Cgil Veneto, «se faremo un esposto? Siamo pronti a perseguire tutte le strade necessarie. Si continua purtroppo a fare tagli, in futuro sarà sempre peggio. Così tanti atti inevasi sono l'ulteriore conferma che Poste Italiane è sempre più proiettata sulla finanziarizzazione, togliendosi così il vestito di servizio per la comunità. La priorità è diventato l'ambito commerciale, contano di più E-Commerce e pacchi».
Il sindacato non aveva ricevuto segnalazioni sul deposito di Treviso, ma è bastata una canonica verifica per far emergere le tantissime cartelle ammucchiate - bolli non pagati? Accertamenti Imu? - al centro logistico di Poste Italiane in via Castagnole.
Occorre ricordare come la consegna di una cartella esattoriale a domicilio non possa essere competenza di un semplice postino. Un dipendente di Poste Italiane, per potersene occupare, deve aver frequentato infatti un corso abilitante (per diventare messo notificatore), al termine del quale si ottiene un patentino con tanto di timbro dell'Agenzia delle Entrate.
«I piani di Poste Italiane prevedono ulteriori tagli», incalza il segretario regionale Slc Cgil, «e riducendo il personale, le giacenze inevitabilmente aumenteranno. Con annesso danno per l'utente finale. La sensazione è che non ci sia più la voglia di garantire un servizio qualitativo, che rispetti cioè le tempistiche e garantisca soprattutto le consegne. Ossia quello che dovrebbe aspettarsi un utente».
Così il segretario regionale D'Auria rivolge anche un pensiero ai dipendenti delle Poste: «Magari l'utente, in questi casi, se la prende con il postino, ma bisogna fare lo sforzo di capire che i primi a soffrire della situazione sono proprio i lavoratori», conclude il sindacalista, «se vengono destinati ad altri servizi, tutto diventa più difficile». Di certo la rivelazione del sindacato farà rumore: adesso si attendono le prossime puntate.
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