Treviso, caccia al ladro e spari in aria: arrestato

Pomeriggio movimentato a Canizzano: padovano inseguito nei campi e preso dagli agenti di polizia

TREVISO. La caccia al ladro, a Canizzano, si chiude con un arresto. Determinante, oltre alla tempestività della polizia, è stata la telefonata di un cittadino che ha informato il 113 della presenza sospetta di due giovani nei pressi di un’abitazione di via Giovanna d’Arco. Uno dei ladri, M.F., 25 anni di Padova, è finito in manette con l’accusa di tentato furto e resistenza a pubblico ufficiale. L’altro è, invece, riuscito a fuggire a bordo di un’utilitaria nera, a cui la polizia ha dato la caccia per tutto il pomeriggio. In tribunale a Treviso, si terrà l’udienza del processo per direttissima.

Sono da poco passate le 13 quando un cittadino chiama la centrale operativa della questura. «Presto, venite in via Giovanna d’Arco a Canizzano, ci sono due persone sospette vicino ad un’abitazione».

Passa pochissimo tempo e le pattuglie delle volanti sono già sul posto. Alla vista delle pattuglie, un’utilitaria scura con un complice a bordo riesce a scappare. Gli agenti, però, intravedono un uomo che scavalca la recinzione di una casa, dopo essersi liberato di uno zaino. Inizia l’inseguimento a piedi. Il ladro si getta tra la fitta vegetazione di un campo ma gli agenti a distanza riescono a seguirlo. Un agente, dopo aver correttamente intimato l’alt, spara un colpo in aria a scopo intimidatorio. Il colpo sembra aver sortito l’effetto desiderato perché il ladro a quel punto alza le mani e dice di arendersi. Ma è solo una finta. All’improvviso, il giovane scappa e continua la sua fuga. È una fuga rocambolesca tra i campi di Canizzano. I poliziotti, nonostante i rovi e la boscaglia, riescono ad un certo punto a bloccare il ladro, dopo una violenta colluttazione.

Il giovane, un padovano di 25 anni, con precedenti per furto, viene ammanettato e portato in questura per essere sottoposto alla procedura di fotosegnalamento. Poi, su disposizione del pubblico ministero di turno, Massimo De Bortoli, il giovane viene arrestato e portato in una cella del carcere di Santa Bona. Lo zaino che aveva con sè è stato posto sotto sequestro: all’interno c’erano “oggetti del mestiere” come cacciaviti ed un piede di porco. Purtroppo, la caccia al complice s’è rivelata vana ma le indagini continuano per dare un nome ed un volto anche all’altro ladro.

Il giovane sarà portato in un’aula del palazzo di giustizia di Treviso per la convalida dell’arresto ed il processo per direttissima. A meno che la difesa non scelga riti alternativi quali il patteggiamento, l’udienza potrebbe essere rinviata. Soddisfazione, in questura, per la rapidità con cui gli agenti sono intervenuti. «È importante la collabotazione dei cittadini», spiegano in questura. «Segnalate senza paura le situazioni sospette», è il consiglio.

 

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