Treviso, B&b del sesso: sotto la lente finiscono i clienti

TREVISO. Libere professioniste o vittime di un racket di sfruttatori a livello internazionale? Dopo la scoperta dell’appartamento del sesso a Morgano, snodo di un giro di escort itineranti provenienti da mezza Europa, gli investigatori indagano sul fronte della gestione delle prostitute d’alto bordo. Un’indagine non facile anche perché si tratta di donne provenienti in gran parte dall’estero, da paesi che vanno dalla Russia alla Spagna.
Le utenze telefoniche sulle quali venivano contattate da decine di clienti erano, infatti, intestate ad altre persone. Un particolare, questo, che ha subito insospettito gli inquirenti. Ciò che è certo è che le escort, che si mettevano in vetrina sui siti web a luci rosse, nell’appartamento di Morgano ci trascorrevano soltanto una settimana. Arrivavano il sabato e se ne andavano via sette giorni dopo, lasciando il posto ad altre “colleghe”, già sapendo la destinazione successiva, sempre in appartamento. Ad esempio, l’avvenente trentenne della Repubblica Ceka sorpresa dagli investigatori all’esterno dell’appartamento a luci rosse mentre se ne andava con la valigia verso nuovi “lidi del piacere” aveva una fitta agenda. Era infatti diretta a Bassano del Grappa, sempre per una settimana, ed il tour del sesso sarebbe proseguito a Firenze, Bari e altre città italiane. Ciò fa presumere che fosse inserita in un circuito collaudato di escort itineranti. La domanda a cui cercheranno di rispondere i carabinieri, coordinati dal pubblico ministero Massimo De Bortoli, è appunto quella se dietro le escort ci sia un’organizzazione.
Nel frattempo rimane top-secret “l’agendina” dei clienti che frequentavano l’appartamento di via Chiesa a Morgano. In realtà, trattandosi di escort itineranti, l’agendina hot è nei contatti telefonici su cui stanno lavorando i carabinieri della stazione di Istrana. Una ventina quelli già sentiti, che altro non sarebbero che i clienti che hanno usufruito delle prestazioni sessuale dell’escort ceka per la settimana in cui sono state fatte le indagini. E, secondo indiscrezioni, ci sarebbero personaggi noti come imprenditori, liberi professionisti, artigiani, militari, impiegati e pure un operaio che una parte del suo stipendio mensile, come avrebbe lui stesso ammesso, lo usava appunto per gli incontri sessuali con le avvenenti escort che si alternavano nell’appartamento a luci rosse del centro di Morgano. In realtà, i clienti delle escort che esercitavano nel b&b a luci rosse, secondo una stima approssimativa, sarebbero almeno un centinaio e chissà quanti altri nomi di personaggi più o meno noti della Marca potrebbero essere scoperti. Una particolarità: nessun cliente dell’appartamento del sesso abitava a Morgano. In genere, provenivano da ogni parte della Marca e dal Veneziano. Sul fronte investigativo, non è escluso che le indagini si allarghino anche ad altri appartamenti a luci rosse della Marca, dove la prostituzione in appartamento non sarebbe certo un fenomeno in embrione. Anzi.
Il proprietario dell’appartamento, un cinquantenne che vive con i genitori nella periferia di Treviso, è ora indagato per tolleranza della prostituzione e mancata comunicazione alla questura dell’identità degli ospiti del suo alloggio “turistico”. A questo proposito, il legale dell’indagato, l’avvocato Stefania Bertoldi, interviene a difesa del proprio cliente: «La tipologia d’affitto dell’appartamento in questione - spiega il legale trevigiano - ossia un “contratto weekend” è contemplato dal nostro ordinamento e prevede, da parte del conduttore temporaneo, l’osservanza del regolamento di condominio e delle norme del buon vivere civile. Premesso che alle persone che lo prendono in affitto non si può chiedere il “biglietto da visita”, nel momento in cui il proprietario fa sottoscrivere al “cliente” il regolamento condominiale, può considerarsi tranquillo per aver assolto ai suoi compiti. Siamo inoltre pronti, comunque, a contestare le accuse a lui rivolte e a dimostrare l’insussistenza dell’elemento soggettivo del reato di tolleranza alla prostituzione. Risulta inoltre che gli importi percepiti dal mio cliente per l’affitto settimanale fossero inferiori a quelli pubblicati sulla stampa. Ciò dimostra l’assenza dei fini di chissà quale lucro».
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