Trevisanalat fa gola ai milanesi

Il fondo Alto Partners pronto a comprare le quote dell'azienda di mozzarelle
La sede della Trevisanalat di Resana, trattative per la vendita delle quote di maggioranza
La sede della Trevisanalat di Resana, trattative per la vendita delle quote di maggioranza
 Nuovo colpo di scena nel settore alimentare trevigiano. I cinque soci di Trevisanalat di Resana, 79 dipendenti per 50 milioni di fatturato nel 2010, sono pronti a cedere l'azienda. Davanti a tutti c'è il fondo Alto Partners di Milano, a seguire altre big italiane del comparto. Atteso per lunedì il verdetto che segnerà il futuro dello stabilimento.
 «Siamo cinque soci, due vogliono sfilarsi vista l'età, gli altri tre manterranno quote di minoranza lasciando il passo a nuovi soci». E' con queste parole che il vicepresidente Francesco Frasson conferma il progetto di cessione della Trevisanalat, terza azienda italiana per numero di mozzarelle dopo Granarolo e Galbani, che produce il 15% del fatturato a marchio proprio (Trevisanalat, Biancabella e Prontibianchi) e il resto per conto terzi, ovvero Coop, Carrefour, Auchan, Lidl, e Iper. «L'azienda va bene, chiuderemo anche il 2011 con un progresso del 20% sul giro d'affari. Non avendo previsto nello statuto un passaggio ai reciproci familiari abbiamo deciso di vendere - dice Frasson - L'impegno in azienda da parte nostra non verrà meno. Manterremo alcune quote e dei posti all'interno. L'accordo finale però non è stato ancora sottoscritto, oltre agli investitori di Milano ci sono anche grandi aziende alimentari venete e italiane. Lunedì è prevista una nuova riunione durante la quale dovremo decidere a chi cedere». A puntare forte sulla ditta trevigiana c'è Alto Partners, fondo con 120 milioni di dotazione creato da Raffaele De Courten e Stefano Scarpis, che avrebbero già firmato un preliminare con Daniele Gheno, Angiolino Bertollo, Giuseppe Falchi, Francesco Frasson, Giancarlo Zanin (tutti con quote al momento pari al 19,30%) e Albino Dal Bello (3,5%). Resta ancora segreto il valore potenziale dell'operazione e i nomi dei gruppi alimentari in corsa. In chiaro le cifre attuali, che hanno visto crescere il fatturato da 38 milioni del 2009 ai 50 del 2010, con importanti investimenti nel moderno impianto di Resana.

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