Il dramma dei disperati che vivono nel park Dal Negro: «Noi, ultimi senza casa»
Degrado al multipiano di via Venier: droga e bivacchi. La testimonianza: «Non voglio dare fastidio a nessuno. Droga? Sì, c’è gente che qui consuma»

Com’è l’Appiani, così è l’attico del Dal Negro Park: ricovero per stranieri che non hanno casa. E a questi si aggiunge il via vai di emarginati e di tossicodipendenti che invece usa gli ultimi piani del palazzo di via Venier per consumare droghe.
Sabato i segni del consumo di sostanze erano evidenti: a terra, dove erano ancora ieri – salvo qualcosa fosse stato pulito – tabacco, alluminio scaldato, decine di confezioni di Buprenorfina, medicinale usato per il trattamento delle dipendenze da eroina, che alcuni si procurano però come droga da iniettare o fumare.
E ieri a muoversi nei due ultimi piani del parcheggione c’erano anche i suoi inquilini stabili, quelli che hanno organizzato giacigli di fortuna nei corridoi o nelle zone parcheggio. «Sono qui perché non ho altri posti dove andare, non disturbo nessuno» diceva ieri Nasser, circa trent’anni, pakistano, intimidito dal vedersi davanti qualcuno che faceva domande, qualcuno di diverso dagli altri con cui ormai condivide gli spazi.
Una non-comunità nel degrado
Ognuno per sé. Gli inquilini del Dal Negro – ovvero quelli che vi dormono – non sono una comunità, non hanno le stesse usanze e non dormono vicini. Mentre Nasser indicava il suo letto di fortuna, un altro pregava rivolto alla Mecca, e un altro ancora poco più in là, dietro un muro, guardava il telefonino.

«Qui non siamo tanti a vivere, ma c’è altro via vai, persone che passano, si fermano la sera, poi spariscono». Indica il muro dietro il quale ci sono i resti di bivacchi a base di droghe. Poco distante, un altro “occupante” a terra, nello stesso esatto punto in cui era il giorno prima. Italiano.
«Io non so cosa facciano, non mi interessa, io non voglio guai» continua il giovane pakistano che poi taglia corto.
Dopo la denuncia, si attende una risposta
Ieri, dopo l’articolo del nostro giornale sullo stato di fatto del parcheggio multipiano in cui quotidianamente entrano centinaia di dipendenti pubblici e privati, famiglie, turisti, tante altre testimonianze di disagio nel frequentare i piani alti, «quando non paura».

Pare che siano state fatte segnalazioni, non soltanto della sporcizia che intasa le caditoie ai piani alti, ma anche della presenza di senzatetto. Di certo, da ieri la questione del degrado, dei bivacchi e delle frequentazioni pericolose del luogo è dominio pubblico.
Oggi si attende anche una presa di posizione del Comune, oltre che della società che gestisce il Dal Negro Park, visto che l’amministrazione condivide l’utilizzo del multipiano tramite la gestione di una parte dei parcheggi ai primi piani.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso