Tre Pini, il Comune salva l’area

Il piano: acquisire lo storico poggio con un piano di perequazione dai privati e bonificarlo dal degrado
MONTEBELLUNA. L’amministrazione comunale si sta muovendo per far diventare di proprietà pubblica il poggio dei Tre Pini, quell’antico castelliere che si trova nella parte sud-est del Montelletto, vicino al sentiero naturalistico di via dei Stech e che in passato era un luogo di ritrovo per feste campestri dei montebellunesi. L’area è privata, ma con le perequazioni previste dal piano degli interventi potrebbe in tempi anche brevi diventare pubblica.


Lo rende noto il sindaco, in seguito all’iniziativa partita da un gruppo di cittadini di voler liberare l’area dalla vegetazione infestante e dai rovi che in questi anni hanno reso impraticabile il poggio. La chiave è l’avvio di alcune lottizzazioni all’interno delle quali sono previste delle cessioni di aree al Comune nell’ambito delle perequazioni ed è prevista proprio l’area dei Tre Pini. «Bella iniziativa quella promossa da Toni Gajo e altri perché è una mozione legata agli affetti di una generazione che ha avuto modo di godere del posto – spiega il sindaco Marzio Favero – Il vero problema per il Comune è che si tratta di una proprietà privata e quindi non siamo legittimati a intervenire. Tuttavia, la cosa interessante è che l’area dei Tre Pini è inserita nel piano interventi come area soggetta a perequazione, ovverossia destinata a essere ceduta al Comune nel caso i proprietari attivino le possibilità edificatorie a loro concesse. Ebbene, felice coincidenza, stiamo avviando la prima variante al piano degli interventi. Lo abbiamo spiegato lunedì scorso in commissione urbanistica e abbiamo già iniziato a contattare i proprietari di aree soggette a perequazione. A breve convocheremo anche le ditte proprietarie dell’area Tre Pini e cercheremo di addivenire a un accordo operativo valutando le ragioni di reciproco interesse e le opportunità concrete per trovare una soluzione condivisa proprio con l’obiettivo di restituire alla fruizione della comunità un luogo altamente suggestivo».


Quindi il problema che si ponevano anche gli ideatori dell’iniziativa potrebbe appunto essere superato dalla concreta possibilità che quell’area diventi pubblica e quindi accessibile a tutti. «Senz’altro – aggiunge il sindaco – l’iniziativa del gruppo che fa riferimento a Gajo, Cavarzan, Foggiato, Gaffo e altri andrà a corroborare le ragioni dell’interesse pubblico».


Luogo ricco di leggende e di memoria quello dei Tre Pini, che prende il nome dalle tre “pignere” che si trovano sulla sommità, una delle quali sostituita dai Selese anni addietro con “Pinuccia” perché una delle tre vecchie piante era stata abbattuta dal vento. Era una meta abituale per i montebellunesi in passato, poi era caduta nel dimenticatoio e quel castelliere allineato con quelli di Mercato Vecchio e di S. Lucia a Biadene era stato in pratica sommerso dalla vegetazione infestante. Appena è stato lanciato l’appello per ripulire il poggio le adesioni sono subito fioccate, con promessa di contributo e anche di manodopera per liberare i Tre Pini da rovi e arbusti e consentirne ancora acceso a uno dei luoghi simbolo della città.


Enzo Favero


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